L’importanza dell’attività fisica nella quotidianità dei bambini è assodata. Ma cosa succede quando il preparatore non è abbastanza preparato? Un incontro per parlare insieme del ruolo del coach.
Una mamma, 2 figli, un ex-marito. E quell’uomo che ha conosciuto da qualche mese e su cui sta cominciando a fantasticare di poter costruire un rapporto stabile. Ma c’è quel dubbio che l’accompagna ogni volta che ci pensa: “Come posso essere certa che non andrà a finire come l’altro matrimonio?”
Bastava un niente perché sua figlia rimanesse delusa. Un voto basso, il comportamento insolito di un’amica, il risultato negativo di una partita… Qualsiasi cosa non andasse esattamente come lei aveva previsto, diventava il pretesto per buttarsi giù di morale.
“Ultimamente i nostri figli si sono affezionati molto a lui… Mi sento messa un po’ in disparte”. Si dice che…
Mi sento sempre in colpa quando mi prendo del tempo per me stessa. È come se lo stessi togliendo alla mia famiglia o alla casa. Quando lo faccio, non riesco nemmeno a godermi quel momento”.
“Ciao coach! Avevo iniziato bene, ma ad una sua critica, con i suoi modi, mi sono sentita male, veramente. Come devo fare?” Ci si allena, ci si prepara e poi arriva sempre il momento della verifica. Come per le gare importanti. In fondo, la vita ed il lavoro non sono così diversi dallo sport.
“Quella è l’età più bella!”, diceva sempre la nonna paterna guardando il nipotino che muoveva i primi passi e cominciava a cimentarsi con le parole. La nuora aveva un brivido tutte le volte che la sentiva. Se quella era l’età più bella di suo figlio, lei se la stava perdendo.
Tutti abbiamo un “radar” che ci permette di captare i segnali che ci arrivano dall’esterno. Le mamme ed i papà si accorgono subito se i loro figli stanno male o hanno dei problemi o sono felici… La maggior parte delle volte, non serve nemmeno la parola. I figli non sono da meno. Intercettano ogni segnale di stabilità o di cambiamento.
La crisi l’aveva cambiato. C’erano momenti in cui lei stentava a riconoscere l’uomo di cui si era innamorata. Sempre giù di morale, negativo, distratto. Aveva anche smesso di cercare soluzioni per risolvere il suo problema di lavoro. Come se il tempo fosse infinito. Ma non potevano permetterselo. Non c’era tempo da perdere. Uno stipendio in meno era un dura botta per quel periodo.
Le feste di questo periodo dell’anno coincidono anche con il momento dei bilanci. Si guarda a ciò che si ha…
Non riusciva a dormire. Fissava il soffitto mentre i pensieri si susseguivano nella sua mente. Il suo bimbo stava diventando un ragazzo. Cercava di immaginarselo fra qualche anno, ma le prendevano i timori che assalgono ogni mamma con un figlio adolescente. E lì si fermava.
Il compleanno della piccola Sara si stava avvicinando. La mamma fissava il calendario appeso in cucina, su cui erano annotati tutti gli appuntamenti della famiglia. C’era qualcosa che la preoccupava e non sapeva come risolvere il problema.