Scuole all’aperto, la maestra parte con una prima a Bologna: “Non vedo l’ora”

Antonella Dughero partirà in settembre con la collega  Laura Massagrande. La sperimentazione prevede un approccio molto simile a “Senza zaino”

Si impara in prevalenza fuori, partendo dall’esperienza e attraversando tutti gli stimoli che arrivano dallo spazio esterno. La rete nazionale “Scuole all’aperto” (ve ne avevamo parlato qui) continua ad ampliarsi, anche sull’onda della pandemia, che per diversi insegnanti e dirigenti ha significato un ripensamento totale della didattica.

A Bologna Antonella Dughero, insegnante dell’Istituto comprensivo 3 Lame, partirà in settembre, insieme alla collega Laura Massagrande, con una sperimentazione in prima elementare: “Negli anni scorsi abbiamo messo in pratica un approccio molto simile a ‘Senza zaino’, pur non entrando ufficialmente nelle scuole riconosciute. Questa volta, invece, siamo riusciti a diventare uno degli avamposti di ‘Scuole all’aperto’, forti anche delle esperienze che in questi anni abbiamo portato avanti insieme alla Fondazione Villa Ghigi, che lavora partendo dall’ambiente esterno”.

La maestra, che ha pubblicato il libro “I racconti della Bordasca. Il mostro dei canali” (Qudulibri) dove le fiabe, nate insieme ai bambini, si appropriano dei luoghi, ha tutto l’entusiasmo dei nuovi inizi: “Credo in questo modello di scuola, che è comunque molto flessibile e lascia ampia libertà di manovra, perché i bambini sono bambini all’aperto per definizione. Sono convinta che tutto si alimenti meglio fuori anziché dentro, che negli spazi chiusi le tensioni aumentino, mentre all’esterno tutto venga diluito e ‘arieggiato’. Peccato che esistano ancora diverse resistenze, tra chi crede che con il brutto tempo i bambini non possano stare fuori e chi è convinto che senza una classe nel senso tradizionale si impari meno. Invece, si dimentica che l’apprendimento è valido solo se fatto con gioia ed entusiasmo”.

Tutto questo richiede, ovviamente, il rimettersi in gioco: “Ci vogliono spazi esterni adeguati, per esempio è consigliabile separare la zona della ricreazione da quella della classe. E bisogna avere l’abbigliamento giusto, con i cambi a portata di mano. Per il resto, spazio alla sperimentazione. Io non vedo l’ora di iniziare”.

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