“Cimena” per bambini in ospedale, al via la raccolta fondi per sostenere il progetto

 

Dove il cinema non arriva, arriva il cimena”. 

Al via il crowd-funding per sostenere il progetto di Elena Xerri, una mamma che lavora nel mondo della regia e che sta portando “il cimena” (questo il nome) ai bambini ricoverati all’ospedale Bellaria e all’ospedale Rizzoli di Bologna.

Elena, che ci aveva raccontato l’avvio del suo lavoro qui, ha lanciato la raccolta fondi sul sito Idea Ginger, dove si può donare per far continuare i cineforum.

Foto di Nicoletta Valdisteno

“Vogliamo entrare in un ospedale – spiega Elena – e trasformare una quotidiana sala giochi in una lanterna magica, invitare chi ci entra a dimenticarsi di tutto per un po’ e partire per un bel viaggio. Lo abbiamo già fatto ed è stato bellissimo. Ora vogliamo continuare a farlo, una volta a settimana. Vogliamo raggiungere più bambini possibile. E questo sarà possibile grazie a voi”.

Il proposito di Elena e del compagno Marco Bassano è quello di arrivare ovunque, anche in un piccolo ospedale di provincia: “La caratteristica principale del cimena è quella di essere una struttura semplice e modulare. Per cominciare abbiamo acquistato un proiettore semi professionale, uno schermo di 2.60m x 3m, predisposto un impianto audio dolby surround, una magica macchina che fa i pop corn e selezionato tanti tanti cartoni animati e cortometraggi di animazione. L’installazione richiede qualche ora ma anche questo diventa un momento di condivisione che coinvolge e carica di entusiasmo i piccoli spettatori che si sentono parte della ‘macchina magica’. I 5000 euro che cerchiamo di raccogliere con questa campagna ci serviranno per programmare 2 mesi di proiezioni in due ospedali del territorio, con una proiezione a settimana. La vostra donazione andrà a garantire questa continuità coprendo ad esempio i costi dei contenuti (cartoni animati, cortometraggi di animazione), del tecnico per la proiezione, del noleggio di materiali tecnici di supporto (teli per oscuramento, stativi di appoggio) e dei costi vivi (stampe, matite colorate che regaliamo ai bimbi)”.

 

In questo articolo ci sono 0 commenti

Commenta

g