Per Debora Donati è stato decisivo un viaggio: quello della scorsa estate a San Foca di Marina di Melendugno, in Puglia, dove ha portato le tre figlie e il marito Dario Alvisi, malato di Sla, per consentirgli di fare un bagno in mare grazie al progetto “Io posso” dell’associazione 2HE. Un accesso al mare per persone con malattie invalidanti che Debora ha voluto subito replicare anche a Ravenna, a quasi 800 chilometri di distanza.
“Mio marito, che è scomparso all’inizio di aprile – racconta Debora – grazie al comunicatore mi aveva espresso il desiderio di andare in acqua. Desiderio che prima della Puglia sembrava irrealizzabile visto che Dario era attaccato al respiratore. La Regione Emilia-Romagna ci ha comunicato l’assegnazione di un tratto di spiaggia libera a Punta Marina tre giorni prima che mio marito ci lasciasse: è un po’ come se lui mi avesse passato il testimone, come se mi avesse detto ‘bene, ora poi fare da sola‘”.
E Debora, grazie all’associazione “Insieme a te” che aveva in precedenza fondato, è andata avanti: “Nel mese di agosto inaugureremo l’accesso al mare, che vedrà tre postazioni per malati di Sla e altre quattro per altre persone con disabilità. Un progetto molto impegnativo e molto costoso – circa 100mila euro – che manca ancora di un pezzo: le due sedie galleggianti che dovranno consentire a chi è malato di entrare effettivamente in acqua“. Per questo è stata lanciata nei giorni scorsi una campagna di crowd-funding che verrà rafforzata da alcun eventi, come la serata di domani “La musica per un sogno possibile”.
“Tutti al mare. Nessuno escluso” è un progetto che sta dando a Debora molta carica: “Dalla prossima estate contiamo di essere a regime, con i volontari sempre disponibili a soddisfare le richieste dei malati e delle loro famiglie. Quando mi chiamano le mamme per dirmi che i loro bimbi non possono fare il bagno mi si stringe il cuore. Dare alle persone questa opportunità mi tiene viva e mi fa sentire Dario vicino”.
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