Sclerosi multipla, Roberta canta il sogno di maternità: “Non ho paura”

Il desiderio di diventare mamma e mettere su famiglia, Roberta Finotti l’ha sempre avuto. E quando le è stata diagnosticata la sclerosi multipla, superati lo choc iniziale e la prima fase delle cure, ha iniziato a documentarsi anche sul legame tra la malattia e un’eventuale gravidanza. Ricevendo tutte le rassicurazioni del caso, come ci aveva confermato anche Diana Ferraro del Centro malattie demielinizzanti di Modena.

Ravennate, 28 anni, Roberta (che la scorsa estate è stata la protagonista di un lavoro fotografico di Sara Re) alla fine del 2016 ha scritto una canzone sul tema, “Anna”, inserita poi nel suo album “Guaina Diamante”. Un brano nel quale canta il sogno di maternità e la pace che le dà l’idea di non passare a suo figlio il proprio dolore: “La prima domanda che mi sono fatta quando ho iniziato a interrogarmi sul progetto di avere un figlio è stata questa: gli trasmeterrò la mia malattia? Per fortuna ora si sa che non è così, che si può diventare genitori nonostante la sclerosi. Questione che io mi sono posta da donna ma che riguarda senz’altro anche molti uomini, magari impauriti all’idea di non riuscire a realizzare il progetto di diventare padri”.

A Roberta un’ulteriore rassicurazione, questa volta non medica ma emotiva, è arrivata anche di recente, dopo un suo spettacolo nel quale aveva cantato anche “Anna”: “Mi si è avvicinata una signora la cui nuora ha la mia stessa malattia. Aveva con sé i nipotini. Mostrandomeli, mi ha detto ‘ecco, questi sono i figli della sclerosi multipla’, due bimbi sani e bellissimi”.

L’unica perplessità rispetto a una gravidanza, Roberta la nutre nei confronti della reazione che il suo corpo potrebbe avere: “Al momento la malattia è tenuta sotto controllo grazie a un potente farmaco immunosoppressore che mi consente di caminare e fare una vista sostanzialmente normale ma che mi abbassa le difese e mi toglie parecchie energie. Se aspettassi un figlio dovrei molto probabilmente passare a una cura molto più leggera. Ora non me ne preoccupo, non ho nemmeno un uomo accanto. Ci penserò, spero, quando sarà il momento”.

E legato al tema della maternità c’è quello delle relazioni con gli uomini: “La malattia, a livello sessuale, può dare conseguenze o meno, dipende dai casi. Quanto all’aspetto psicologico e sociale, sono io a non permettere alla sclerosi di essere un ostacolo nel rapporto con gli altri. Il primo passo è non considerarla un tabù, non censurarla. Lo si potrebbe fare, visto che è una malattia per lo più invisibile. Ma a quale scopo? Io preferisco raccontarmi per quella che sono”.

 

Qui la pagina Facebook di Roberta Finotti

 

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