Arrivi e partenze: l’accoglienza dei bambini bielorussi in tredici scatti

Una delle immagini della mostra “In viaggio”

Storie di arrivi, di partenze, di accoglienza e solidarietà. Di famiglie che per 120 giorni all’anno si prendono cura dei bambini bielorussi di cui si occupa l’associazione Ravenna-Belarus.

A raccontarle attraverso l’obiettivo è stata la fotografa Barbara Gnisci, che domani 9 giugno alle 18,30, all’Agenzia Image di Ravenna (Via Magazzini Posteriori, 29) inaugura alla presenza della giornalista Annamaria Corrado e della presidente dell’associazione Giusy Torricelli la mostra “In viaggio”.

Un’avventura che inizia per caso qualche anno fa, quando Gnisci si trasferisce a Ravenna da Roma e non molla per un attimo la macchina fotografica: “Per una serie di coincidenze mi sono ritrovata all’aeroporto di Forlì mentre alcuni bambini bielorussi stavano atterrando, mentre le famiglie che li avrebbero accolti li aspetavano trepidanti. Le emozioni dell’arrivo, poi, ho voluto capire se sarebbero state le stesse anche durante le partenze. E così, sull’onda delle emozioni che questo lavoro mi suscitava, sono entrata per qualche tempo nelle case delle famiglie e ho partecipato alle attività dei bambini, documentando un mondo a me così estraneo. Sono una mamma anche io ma mai avrei capito così a fondo i sentimenti che ruotano intorno all’accoglienza di un bambino che non è tuo figlio per sangue, che non hai in affido e che non hai adottato. E che fai entrare in casa e in famiglia con un amore incondizionato”.

Barbara Gnisci

Tra le tredici foto c’è anche quella di Angelina, una bambina che ha colpito subito la fotografa: “Quando è scesa dall’aereo era stanca, con la febbre, provata dal viaggio e disorientata. Ma è uscita dal bagno con un sorriso incredibile, che sono riuscita a cogliere. Nel suo volto c’è tutto il senso dell’accoglienza, un’esperienza che per un certo periodo ha attratto anche me ma che non tutti, probabilmente, sono in grado di fare”.

Alcune immagini di Gnisci (non quelle della mostra) sono contenute anche nel libro “Piccoli ospiti parenti del cuore – non chiamiamoli i bambini di Chernobyl” curato da Giusy Torricelli e dalla giornalista Carla Baroncelli (ne avevamo parlato qui).

“Per me – conclude la fotografa – questo è un lavoro importante che nella mia testa rimane aperto. Dentro ci sono le scelte delle persone, il senso di responsabilità, la complicità che ho visto negli occhi di certi genitori rispetto ai bambini, la gratitudine. Emozioni a segno più, raccolte da una finestra che mi è stata aperta e per cui ringrazio, da un osservatorio privilegiato. Quello che mi ha consentito di vedere le famiglie a tavola o di innamorarmi di un bimbo bielorusso che prende in braccio la sua ‘sorellina’ ravennate”.

La mostra si può visitare il 9, 10 e 11 giugno dalle 16,30 alle 19,30

 

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