Obbligo vaccinale al nido, il Comilva: “Legge inapplicabile”

Il Comilva – Coordinamento del movimento italiano per la libertà delle vaccinazioni – alza la voce, da Rimini, in seguito alla notizia del progetto di legge della Regione Emilia-Romagna, la prima in Italia intenzionata a introdurre l’obbligo vaccinale come vincolo per l’ammissione ai nidi d’infanzia. E annuncia ricorsi su ricorsi.

Secondo il direttivo dell’associazione il calo della copertura vaccinale – che ufficialmente viene descritto come allarmante, soprattutto a Rimini – non ha in realtà portato ad alcun “effetto devastante”: “Invece di ammettere l’insostenibilità della cosiddetta teoria dell’immunità di gregge, si preferisce rincorrere il paradigma vaccinale, affermando insensatamente che coloro che scelgono di non vaccinare i loro figli mettono in pericolo il resto della popolazione, mentre i dati ufficiali raccontano una storia diversa: la maggior parte dei casi si verifica nelle comunità completamente vaccinate”.

vacciniIl Comilva parla di “azione di forza della giunta regionale” che contrasterebbe con la legge regionale DGR 256 del 13 marzo 2009 e con il DPR 355/1999: “È altresì un provvedimento evidentemente incostituzionale perché contrasta con le libertà dell’individuo e la libertà di scelta terapeutica, è fondato su profonde inesattezze sanitarie (vaccinazioni efficaci e sicure, immunità di gregge e necessità di soglie minime di copertura vaccinale, tutte questioni controverse e mai  dimostrate scientificamente con lavori indipendenti e senza alcun conflitto di interesse con le case farmaceutiche produttrici dei vaccini). Il provvedimento contrasta anche con le leggi sui danni da vaccinazione e sarà di fatto inapplicabile, stante l’altissimo numero di obiettori e  danneggiati presenti in Emilia Romagna”.

Infine, stando al Comilva, la nuova legge – non ancora entrata in vigore, per l’esattezza – contrasta “con ogni normativa europea in materia di libero accesso alle comunità infantili e scolastiche, anche in rapporto con quanto avviene in altri paesi del continente. E va in direzione diametralmente opposta alla Convenzione di Oviedo a cui il nostro paese ha aderito pienamente”.

L’associazione si dice pronta a fare dure battaglie: “Se la giunta regionale e i cosiddetti decisori politici hanno deciso di percorrere questa strada, troveranno di fronte a loro la ferma opposizione di Comilva, che userà ogni forma possibile di opposizione civile e giudiziaria verso una deriva autoritaria inutile e lesiva delle libertà fondamentali”.

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