Rianimazione letteraria in ospedale: il progetto fa scuola

L'incontro con Lorenzo Marone (al centro)
L’incontro con Lorenzo Marone (al centro)

“Portare la cultura in tutti gli ospedali dell’Emilia-Romagna e, magari, d’Italia”. È ambiziosa Livia Santini, la prof e poetessa ravennate che dopo il luglio dello scorso anno, quando ha “bonificato” la zona della stazione con le sue “Invasioni poetiche”, ha inventato insieme alla direzione sanitaria dell’ospedale il progetto “Rianimazione letteraria di poesia intensiva” che si è concluso ieri. Tra gli ospiti più apprezzati, lo scrittore Lorenzo Marone e il cantautore Roberto Vecchioni, chiamati a intrattenere pazienti e pubblico esterno in una saletta messa a disposizione nei pressi del reparto di Oncologia del “Santa Maria delle Croci”.
Santini, che ne sarà della sua rassegna, ora che arriva l’estate?
“Non ci fermiamo. Nei mesi caldi organizzeremo serate di musica per i degenti, oltre a un’osservazione delle stelle in collaborazione con il Planetario. Da settembre, poi, partiamo con nuovi incontri. Il riscontro è notevole e una pausa è necessaria. Nel frattempo, stiamo lavorando affinché il nostro progetto di espanda su scala nazionale”.
Continuate a puntare ai grandi nomi?
“Sto contattando decine e decine di personaggi: da Pif agli Stadio, passando per Stefano Benni. In cambio non offriamo nulla. Chiediamo a tutti di venire gratis. Qui è tutto volontariato a sostegno di una cultura che si diffonda tra il maggior numero possibile di persone”.
Risultato raggiunto?
“Un obiettivo, più che un risultato. La prima edizione di ‘Rianimazione’ è servita ad accreditarci e farci conoscere. Ora dobbiamo implementare il progetto in pianta stabile. Nel frattempo, mi hanno chiamata a raccontare dell’esperienza ravennate al Festival internazionale di poesia di Milano: una bella soddisfazione”.
L’insegnamento, la poesia, la solidarietà: in che rapporto stanno, nel suo caso?
“Sono sempre stata a favore di una cultura leggera, alla portata di tutti. Una cultura che coinvolga soprattutto i giovani. Riuscire a portarla nei luoghi in apparenza meno adatti ad accoglierla è una bella sfida. Che si può tentare anche così, fotocopiando le poesie che vediamo postare sulla pagina Facebook di ‘Invasioni poetiche’ e plastificandole, per poi appenderle intorno a un cantiere, come abbiamo fatto in dicembre in piazza Kennedy”.
Anche le poesie scritte da lei hanno sempre un riscontro benefico. A favore di chi?
“Fin dal 2000, quando ho iniziato a comporre le prime, mi sono legata all’associazione Piccoli Grandi Cuori che opera all’interno dell’ospedale Sant’Orsola di Bologna. Un gruppo di genitori di bambini con cardiopatie congenite, che la sanità pubblica da sola non riesce a sostenere. Spesso i piccoli restano ricoverati per mesi e mesi, costringendo intere famiglie a cambiare città. Il ricavato della vendita dei miei libri vai ai progetti dell’associazione. L’ultimo a essere inaugurato è stato il Polo dei cuori, una serie di alloggi per i genitori e i fratelli dei piccoli pazienti”.
 

 

 

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