“Cari genitori, cari nonni, se siete venuti per vedermi giocare ricordate che l’allenatore ha il compito di allenare, l’arbitro di arbitrare, io di giocare”. Il cartello è stato appeso a bordo campo in un centro sportivo romagnolo. Una foto che sta facendo anche in questi giorni il giro del web dopo che L’Adige – qualche mese fa – l’ha pubblicata sulla propria pagina Facebook.
Nell’avviso alle famiglie – che coglie in pieno una piaga sociale dei nostri tempi, quella dei genitori che pur di trasformare i figli in campioni non badano più al buon senso e alle buone maniere – si invitano i destinatari a divertirsi e a limitarsi a incitare la squadra di appartenenza. Sì, senza urlare né perdere tempo in consigli tecnici che mandano i bambini in confusione.
Gli altri principi ribaditi dal cartello sono il divieto di insultare arbitro e avversari, il diritto di sbagliare e di perdere. “State sereni, godetevi la partita”, conclude il manifesto.
E ce ne sarebbe da dire molta. Ci basta affidarci all’analisi di Fabio Benaglia, il giornalista che sul tema ha scritto un interessantissimo libro: “Mio figlio è un fenomeno. Amorevoli disastri dei genitori nello sport giovanile” (Il Ponte Vecchio). Noi lo abbiamo intervistato qui. Fabio sarà a Happy Family, la manifestazione in programma sabato 28 febbraio e domenica 1 marzo alla Fiera di Forlì, a presentarlo. L’appuntamento è domenica 1 marzo alle 11 allo Spazio Libri.
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