Albergo sociale: se i papà restano fuori e il disagio aumenta

L’albergo sociale inaugurato da poco a Ravenna in zona Centro iperbarico esclude i papà. O meglio, non li ospita all’interno, separandoli quindi da mogli e figli e concedendo loro solo una finestra oraria per le visite, dalle 16 alle 22.

mamma solaUn papà di origine magrebina, che manterremo anonimo, ci ha contattate per raccontarci che la gestione familiare, da quando la moglie e i due bambini sono stati trasferiti all’albergo in seguito a uno sfratto, è complicatissima: “Non solo i miei figli si sono visti privare della casa da un giorno all’altro ma ora vivono in una stanza, separati da me”. L’uomo, per il momento, ha chiesto a un amico che vive in periferia di essere ospitato in attesa di una sistemazione più definitiva, come un alloggio popolare. La mattina raggiunge la famiglia all’albergo, aspetta sull’uscio i figli, li accompagna a scuola e poi, però, non può tornare dalla moglie. Corre a fare tirocinio fino a sera mentre la moglie recupera i bambini dalle rispettive scuole con il bus, chiedendo un passaggio a qualcuno per farsi riaccompagnare all’albergo. Il padre li raggiunge ma alle dieci è costretto a uscire.

Un problema che l’assessore ai Servizi sociali Giovanna Piaia aveva detto di avere bene a mente ma che rappresenta a suo parere irrisolvibile, visto che la figura maschile potrebbe destabilizzare la già difficile convivenza tra donne che non si conoscono e i loro bambini. Andrea Maestri, volontario dell’associazione Avvocato di Strada, nei mesi scorsi si è parecchio mobilitato affinché la figura paterna non venga più separata dal resto della famiglia. Anche lui papà (di tre bambini), ha parecchio a cuore il problema: “La Convenzione di New York sui diritti del fanciullo del 1989, ratificata dall’Italia con Legge 176/1991 – aveva scritto in uno dei punti della lettera al sindaco e alle istituzioni – stabilisce il diritto del minore a preservare le sue relazioni familiari e il divieto di separarlo dai suoi genitori contro la loro volontà”.

Nei giorni successivi all’inaugurazione dell’albergo, a Maestri molte famiglie ospiti avevano segnalato che i padri non potevano entrare a nessuna ora del giorno e della notte: “Grazie alla nostra mobilitazione, a incontri e richieste scritte, abbiamo almeno ottenuto che i papà possano accedere all’albergo per qualche ora durante la giornata. Ma il problema non è risolto: nelle prossime risposte che Comune e Asp studieranno per l’emergenza casa, bisognerà tenere conto della necessità di non sgretolare i nuclei familiari. Dividere le famiglie per rispondere a un loro bisogno, non fa che aumentare il bisogno. I bambini hanno il diritto a restare con entrambi i loro genitori per non aumentarne il disagio“.

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Commenti:

  1. È costretto a uscire ? Da chi ? Proprio l’altro giorno abbiamo assistito a una forte lite tra due mariti ,meno male ci sono intervenute le altre donne senno…. forse andava peggio visto che uno di loro si aveva tolto la maglietta per prepararsi a fare a botte !Per non parlare poi del linguaggio ,davanti a tutti i bambini ! Erano le 23 passate. Spero non capiti mai ! L’assessore ha ragione !(sta volta)

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