“Perché ho vaccinato i miei figli ma non i miei nipoti”: il nuovo libro del pediatra Serravalle

Vaccinare, sì o no? Qual è il rischio minore? Se la questione se la pone un genitore, la risposta documentata non è dietro l’angolo. Le risposte arrivano, prima o poi, almeno alcune, se a porsi la domanda è invece uno che di mestiere fa il medico. E che un bel giorno si trova a far fronte a una madre che vuole sapere: “Lei dottore, lo sa che nei vaccini c’è il mercurio?”

“Non ho sorriso benevolmente tranquillizzandola, con la superiore sicurezza di chi la medicina la conosce per professione e sente qualcosa di assai poco verosimile da parte di chi non ne è esperto. L’ho ascoltata invece con attenzione, e ho dichiarato di non averlo mai sentito dire nel corso di tutta la mia formazione medica. Più tardi, ci sono tornato sopra con il pensiero, ci ho riflettuto, spinto in parte da viva curiosità, in parte quasi dal desiderio di smentire un dato che mi sembrava clamoroso non mi fosse mai stato comunicato durante tutti gli anni di studio alla facoltà di medicina e nel corso della pratica medica. E’ iniziato così il mio viaggio alla ricerca dell’impatto dei vaccini sulla salute dei bambini, del rapporto costi-benefici che si ottiene somministrandoli, della reale capacità dei vaccini di far estinguere le malattie”.

Le parole  sono quelle di Eugenio Serravalle, pediatra toscano ormai noto per le sue posizioni nei confronti del vaccino. Serravalle ha messo in fila il suo percorso, ha raccontato come è arrivato a una decisione e lo ha fatto nel suo libro: “Vaccinazioni, alla ricerca del rischio minore. Perché ho vaccinato i miei figli ma non i miei nipoti” (edizione Leone Verde).

vaccino, dottoreUn’introduzione, quella che il medico fa al suo libro, già molto esplicativa: “Più andavo avanti su questo terreno, e più mi rendevo conto che in un’epoca in cui la medicina ha fatto passi da gigante, non esistevano studi adeguati su un problema così importante come la vaccinazione. O che se esistevano erano invariabilmente finanziati da società ed enti di ricerca che facevano capo a industrie farmaceutiche produttrici di vaccini”.

Serravalle comincia a studiare casi di bambini con danni permanenti da vaccino, “quelli  – spiega – che ci viene ripetuto siano casi del tutto accidentali e che si verificherebbero in una percentuale molto bassa, al pari degli effetti collaterali gravi o molto gravi che possono verificarsi dopo avere assunto farmaci anche di uso comune”.

Ho cominciato poi a osservare titoli di giornale come questo, che ricavo dalla pagina economica di un quotidiano a tiratura nazionale: “Novartis aumenta il fatturato. L’Italia cresce grazie ai vaccini” , e a questo punto mi sono fermato con la siringa in mano. L’ho deposta, ed ho preteso di capire esattamente cosa stessi iniettando a un bambino, e perché. Alcune risposte le ho trovate, e mi sono parse sufficienti per lasciare la siringa dove si trovava e per cominciare a scrivere questo libro. E’ stato così che ho vaccinato i miei figli. Ma non i miei nipoti”.

Per il sito di Eugenio Serravalle clicca qui

 

In questo articolo ci sono 3 commenti

Commenti:

  1. Complimenti dottore, ha fatto bene a lasciare la siringa. Se lo avessero fatto per mio figlio non sarebbe morto per colpa del vaccino antipolio.
    Salvatore MARIELLA

  2. Caro Collega lei è il primo vero e serio medico che col suo gesto ha salvato l’Umanità; peccato però che i vaccini servono sul serio!!!
    A me poi è morto il cane con l’Antipolio se l’avessi saputo non l’avrei mai fatto!!!!. Sic!

  3. sig Cosimo,
    molto sensibile scrivere una cosa del genere dopo che una madre sopra di lei ha dichiarato di aver perso un figlio proprio in seguito alla vaccinazione anti polio.
    Vorrebbe essere preso sul serio?

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