Emilia-Romagna: calano le interruzioni di gravidanza, aumenta l’obiezione

Continuano a calare, in Emilia-Romagna, le interruzioni volontarie di gravidanza. Il report appena pubblicato dalla Regione parla infatti di una diminuzione del 7% dei casi tra il 2016 e il 2017 (i dati sono aggiornati, appunto, al 31 dicembre dello scorso anno).

L’andamento a segno meno, però, va visto nel lungo periodo: tra i 2004 e il 2017 il calo percentuale è stato del 40%. 

Sulle 7.130 Ivg effettuate nel 2017, sono 148 quelle che hanno riguardato ragazze minorenni. Per quanto riguarda le donne residenti in regione che hanno abortito l’anno scorso, invece, il 30,7% di loro aveva già avuto esperienze di interruzioni di gravidanza.

Sul totale dei casi, il 4,7% ha interessato gestanti che avevano già superato la 12esima settimana di gravidanza: si è trattato, dunque, di aborti di tipo terapeutico.

Resta alta, anche se inferiore alla media nazionale, l’incidenza dell’obiezione di coscienza tra il personale delle Asl. Non pratica Ivg la metà dei medici osterico-ginecologici (50,5%) e meno di un terzo dei medici anestesisti (27,1%). Numeri in aumento solo per la prima categoria, se si pensa che nel 1997 era obiettore di coscienza il 43,9% dei ginecologi e il 40,5% degli anestesisti. In cima alla classifica per il tasso di obiezione dei ginecologi ci sono le Asl di Bologna, Ferrara e Piacenza.

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