L’asma colpisce il 12% dei bambini e il 14% degli adolescenti, ma troppe volte non è controllata e molto spesso i genitori non ne sono consapevoli. Timori (spesso ingiustificati) degli effetti collaterali dei farmaci, interruzioni del trattamento senza consultare il medico, mancato riconoscimento dei sintomi ed errori nella somministrazione della terapia (anche dovute alla mancata corretta comunicazione tra medico e paziente) sono le principali cause dello scarso controllo dell’asma pediatrico. Un caso a parte sono i bambini molto piccoli (0-4 anni) nei quali l’asma è addirittura sotto-diagnosticata a causa della ricorrente frequenza di infezioni respiratorie che possono esercitare un ruolo confondente. Le conseguenze di tutto ciò? Riacutizzazioni, evoluzione verso la cronicità, alterata qualità della vita, rischi per la salute, maggior ricorso a farmaci di soccorso e più costi per la sanità pubblica.
CONTRO L’ASMA
Sono gli argomenti al centro del Congresso della Società Italiana di Allergologia e Immunologia Pediatrica (SIAIP) che in corso fino al19 maggio a Milano, durante il quale sono stati presentati i risultati preliminari dello studio SIAIP “ControL’Asma”, il primo tutto italiano, sul controllo dell’asma in età pediatrica, condotto su 13 centri allergologici. “Da questo studio è emerso che nel 55% dei bambini asmatici l’asma non è controllata o è solo parzialmente controllata”, spiega Mariangela Tosca, Consigliere della SIAIP e Responsabile U.O.S.D. Centro Allergologico, Ist. G. Gaslini, Genova.
SCARSA TERAPIA: PERCHÈ I GENITORI NON CURANO I BIMBI
La scarsa aderenza alla terapia può dipendere da varie ragioni. “Una di queste – aggiunge Mariangela Tosca – è la paura degli effetti collaterali dei farmaci ed in particolare la preoccupazione dei genitori che i cortisonici somministrati per via inalatoria possano influire negativamente sulla crescita dei bambini. E’ stato dimostrato che gli effetti collaterali di questi farmaci possono manifestarsi quando si somministrano continue ed alte dosi di terapia, ad esempio nei casi di asma grave. Se i cortisonici vengono prescritti e somministrati alla “dose minima efficace” e per il tempo necessario (che potrebbe essere anche prolungato), i loro benefici superano i potenziali effetti collaterali perché riducono i rischi associati ad un’asma poco controllato”, prosegue Mariangela Tosca.
LE CONSEGUENZE NEL TEMPO
Non va dimenticato, infatti, che il ripetersi degli episodi acuti di asma e la persistenza dell’infiammazione delle vie aeree provocano nel tempo una progressiva perdita della funzionalità polmonare, che può diventare irreversibile. Raramente – ma purtroppo accade mette in guardia la Siaip – gli attacchi acuti possono essere di tale gravità da mettere a rischio la vita del bambino. Inoltre lo scarso controllo dell’asma dà luogo a riacutizzazioni della malattia, con conseguente assunzione di cortisonici sistemici (ben più tossici), ricorso a visite mediche non programmate, accessi ai PS, assenze lavorative dei genitori.
“I nostri figli giocano, fanno sport, si muovono in continuazione e hanno in genere una scarsa consapevolezza dei loro limiti, per cui spesso sottostimano o non percepiscono i segni premonitori dell’attacco asmatico se non quando è in atto”, spiega Marzia Duse, Presidente SIAIP. “Hanno sempre fretta e sono restii e poco inclini a sottostare a terapie quotidiane, soprattutto se richiedono collaborazione: sono tutti ingredienti che favoriscono le recidive di asma ma che non vanno contrastate con il facile ripiego di limitare le loro attività, anzi! Ogni sport, gioco attivo e impegno atletico/fisico va promosso e implementato”.
“Per questo la SIAIP – conclude Marzia Duse – propone questo semplice questionario, redatto sulla scorta delle principali linee guida internazionali, che potrà guidare i genitori a riconoscere le “bandierine rosse” che segnano il rischio di una ricaduta e che consente di intervenire precocemente mantenendo il controllo dell’asma e migliorandone l’evoluzione. Il tutto nella consapevolezza che ogni strumento che consente di controllare l’asma nel bambino si traduce in una prevenzione delle broncopneumopatie dell’adulto”.
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