Hanno litigato tra fratello e sorella, come accade un po’ a tutti. Lei, 13 anni, non voleva lasciargli il controller del videogioco. Si era incollata davanti allo schermo, come ipnotizzata, e non ne voleva sapere di mollare la presa. Lui, 9 anni, non si è limitato al classico “ora tocca a me” ma ha fatto qualcosa di infinitamente peggiore: ha preso una pistola ed ha sparato alla sorella. Il colpo è stato letale: il proiettile ha raggiunto la ragazzina alla testa e nel giro di 24 ore, dopo un disperato ricovero ospedaliero, è sopraggiunta la morte.

La vicenda, come raccontano i media internazionali, si è verificata sabato pomeriggio nella piccola comunità statunitense di Okolona, nello stato del Mississippi. La piccola vittima, Dijonae White, è morta all’ospedale di Memphis, in Tennessee, struttura nella quale era stata trasferita d’urgenza dopo un precedente ricovero in un nosocomio locale.

Adesso toccherà alla polizia locale ricostruire la dinamica: specialmente dovrà essere stabilito come il piccolo sia venuto in possesso della pistola. Al momento della lite i due si trovavano in casa con la madre che stava servendo il pranzo ad altri figli. Il capo della polizia della contea di Monroe, che si sta occupando del caso, ha detto: “Immagino che l’abbia visto sui videogiochi o in tv. Non so se sapesse esattamente cos’avrebbe provocato”. L’uomo ha anche diverse perplessità sulle imputazioni legali: “E’ la prima volta che ci capita di avere a che fare con un killer bambino“. Secondo le stime delle associazioni statunitensi in materia, dall’inizio dell’anno 137 bambini sotto gli 11 anni sono stati uccisi o feriti da colpi di arma da fuoco.

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