Sotto i sei mesi d’età, i bambini al sole non dovrebbero restare. Lo dice la letteratura e lo ribadisce Francesca Resta, specialista in Dermatologia di PhysioMedica, centro medico all’avanguardia di Faenza: “Nei neonati lo strato corneo e l’intera epidermide sono molto più sottili e minore è la quantità di melanina, il pigmento che protegge dalle radiazioni ultraviolette. Se proprio vogliamo portarli a fare una passeggiata in spiaggia, teniamoli coperti, anche all’ombra”.
Dopo i sei mesi ma soprattutto dopo i due anni, i bambini hanno invece la protezione fisiologica giusta per essere esposti al sole, ovviamente con tutte le precauzioni del caso: filtri solari, cappellino, occhiali. “Io consiglio sempre anche la maglietta – spiega la dottoressa – visto che tra giochi e bagni, non è sempre facile per i genitori far rispettare ai figli gli orari in cui si può o non si può restare al sole. Lo vedo spesso, sulle spiagge di Cervia: molti bimbi giocano liberi a mezzogiorno o all’una, senza che nessuno dica loro di andare sotto l’ombrellone”.

D’altro canto ci sono i benefici del sole sullo sviluppo del sistema scheletrico e sul rafforzamento del sistema immunitario: “Il sole è l’unica fonte naturale di produzione della vitamina D, che a livello alimentare è impossibile da integrare in toto. Ma per innescarla, bastano brevi esposizioni. Dunque si può trovare facilmente il giusto equilibrio”.
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