In Emilia-Romagna sempre meno mamme allattano al seno: Ravenna sotto la media

allattamentoCalano, in Emilia-Romagna, le mamme che allattano al seno. I dati 2016, riferiti all’anno scorso, parlano infatti di un -7%, rispetto al 2011, nei bambini di tre mesi di età e di un -5% in quelli di cinque mesi. Resta stabile, invece, la quota di non allattamento (25% a tre mesi e 33% a cinque mesi), mentre aumenta l’allattamento complementare, che vede l’integrazione di latte artificiale (+6% e +4%).

Notevoli, come rileva l’ultimo rapporto curato dalla Regione “Prevalenza dell’allattamento al seno in Emilia-Romagna”, le differenze tra i territori. La variabilità, nel caso dei bambini di tre mesi, è dal 42% a 61%, con sei aziende o ambiti (Piacenza, Parma, Modena, Imola, Forlì e Cesena) che presentano tassi superiori alla media regionale e cinque aziende o ambiti (Reggio Emilia, Bologna, Ferrara, Ravenna, Rimini) con tassi inferiori alla media regionale.

A cinque mesi si conferma la dispersione del dato sull’allattamento (da 26% a 46%) con sette aziende o ambiti (Piacenza, Parma, Bologna, Imola, Forlì, Cesena e Rimini) che presentano tassi superiori alla media regionale e quattro che invece hanno tassi inferiori (Reggio Emilia, Modena, Ferrara e Ravenna). L’ipotesi, per ora, è che una diversa organizzazione e offerta dei servizi, sia in ospedale che sul territorio, possa influenzare in maniera significativa la probabilità di successo dell’allattamento.

I dati, infine, confermano una diversa attitudine ad allattare nelle madri di bambini italiani rispetto a quelle di bambini stranieri: gli italiani vengono allattati per un tempo inferiore, anche se normalmente ricevono meno spesso un tipo di allattamento misto (complementare). Da qui, secondo il rapporto, la necessità di indagare i diversi possibili ostacoli a un allattamento ottimale nelle due popolazioni e personalizzare, quindi, i messaggi: un’informazione focalizzata sui vantaggi associati all’allattamento esclusivo per le donne straniere e una comunicazione specifica invece sull’importanza di prolungare l’allattamento completo per quelle italiane potrebbero avere un impatto maggiore rispetto a un’informazione uniforme e comune.

Il rapporto ha preso in esame 13.818 bambini di età compresa fra 61 e 90 giorni (bambini alla prima vaccinazione) e fra 121 e 150 giorni (bambini alla seconda vaccinazione).

 

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