La riduzione d’orario al centro estivo perché il bimbo è disabile è discriminatoria e quindi ingiusta: è destinata a fare scuola la sentenza ottenuta al tribunale di Massa da Monica Papagni, mamma di cinque figli, di cui due con disabilità.
La vicenda, raccontata dal settimanale “L’Espresso”, riguarda Simone, otto anni ed epilettico dalla nascita. Un anno fa il Comune, davanti alla domanda presentata dalla madre per fare frequentare al figlio il centro estivo, risponde che gli verranno garantite solo 12 ore a settimana. Non 36, come per gli altri compagni.
Colloqui con il sindaco, pressing tramite l’assistente sociale: nulla da fare. L’avvocato della donna, Alessandro Bardini, prova allora la strada dell’accordo extragiudiziale ma viste le resistenze dell’amministrazione comunale di Massa Carrara, decide di andare per le vie legali.
Per il giudice il Comune, nell’ammettere Simone al centro estivo con un orario ridotto rispetto a quello previsto per gli altri ragazzi, “ha posto in essere un comportamento discriminatorio nei confronti del bambino”.
Una vittoria per Monica, che ha anche un figlio di 21 anni con la sindrome di Down. Per Simone. E per tutti i bambini.
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