Sono convinti di monitorare adeguatamente il consumo mediatico dei propri figli e si dipingono addirittura come “controllori ossessivi”, ma in realtà il loro filtro sull’uso di tv e internet è ancora molto scarso e inadeguato. In pochi (28 per cento) utilizzano il parental control, mentre la maggior parte dedica più attenzione ai possibili pericoli della rete, anche se con strumenti poco adeguati. Lo rivela un’indagine del Censis, su un campione di 1.600 famiglie, contenuta nel Libro bianco media e minori, presentato a Roma.
Nella ricerca si evidenzia anche come i genitori nella fascia di età 35-44 anni siano ipermediatici. In particolare sono soprattutto i videogiochi a essere penetrati nei consumi collettivi, travalicando gli steccati generazionali. Il 20 per cento dei genitori gioca quasi un’ora al giorno ai videogiochi offline, un altro 7 per cento fino a due ore al giorno e un 2,6 gli dedica quotidianamente ben tre ore. A questa componente si affianca un altro 51,7 per cento di genitori che dichiara di giocare ai videogiochi ma non quotidianamente. Anche Internet è sempre più diffuso: il 24 per cento lo usa fino a un’ora al giorno, il 25,6 fino a due ore.
“I genitori si rivelano immersi pienamente nell’attuale tempo mediatico – si legge nel Libro bianco – con ancora un solido attaccamento alla televisione generalista ma con un ‘intensa frequentazione di Internet, un diffuso uso di smartphone e con tanta voglia di giocare, come dimostrano i dati dei videogiochi”.
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