Le interruzioni volontarie di gravidanza, in provincia di Ravenna, sono in calo. Il dato è stato diffuso da Simonetta Ferretti, responsabile dei consultori per l’Ausl, durante un incontro alla Casa delle Donne di via Maggiore. Anche tra le donne migranti la decisione di abortire è in discesa, grazi alla crescita del sempre maggior accesso alla prevenzione di gravidanze non desiderate. Prevalente è ancora l’interruzione chirurgica, rispetto a quella farmacologica (RU486), sia perché i tempi di utilizzo della pillola sono obiettivamente più ristretti, sia perché a differenza di molti altri Paesi europei in Italia la sperimentazione della RU486 è partita con forte ritardo, immotivato sul piano scientifico, sia perché ancora restano timori ed ansie spesso ingiustificate da un punto di vista strettamente medico.

Si è parlato molto anche di obiezione di coscienza, fenomeno preoccupante che dilaga in molte regioni italiane dal Lazio alla Lombardia con cifre impressionanti (fino al 90% ) che rendono oggi inapplicata in molte parti d’Italia la legge 194. In provincia di Ravenna l’obiezione di coscienza da parte del personale sanitario si attesta intorno al 50%, con punte più alte nel faentino: il personale non obiettore dei consultori cerca, non senza difficoltà, di garantire l’applicazione della legge nei territori dove è per le donne più difficile vedere rispettato il loro diritto.

L’assessora alle pari opportunità Giovanna Piaia ha messo in evidenza il ruolo fondamentale del consultorio nella intercettazione e nel contrasto della violenza maschile: l’ostetrica, soprattutto quando si stabilisce una continuità di cura e di relazione con la donna, dovrebbe poter andare oltre l’ascolto ed avere una formazione specifica che le permetta di porre domande “giuste e garbate” in merito alle relazioni familiari. Questo perché nei casi di violenza domestica la donna si senta incoraggiata a parlarne e a cercare il sostegno per un percorso di uscita da condizioni violente che precedono in molti casi il femminicidio ed hanno sempre un effetto psicologico devastante sui minori.