Disturbi alimentari, così Chiara ha messo la sua storia a disposizione degli altri

Ha oscillato per anni dai 36 ai 90 kg ed è addirittura stata in coma, poi è riuscita ad uscire dall’inferno grazie ad una cura adatta a lei. Nel 2001 ha raccontato la sua storia e da lì è nata un’associazione dedicata a chi sta vivendo le stesse difficoltà

Tutto nasce dalla sofferenza, da un disagio che si trasforma in un macigno insostenibile per una giovane donna che si trova da sola davanti a un mostro. Questo mostro prende le sembianze del cibo ma esso è solo un simbolo, la punta dell’iceberg, di un male profondo che la mangia dall’interno. Chiarasole Ciavatta soffre sin dall’infanzia di anoressia, binge eating, bulimia, depressione e altre forme di dipendenza in un passaggio straziante tra cibi facogitati alla velocità della luce e diete ferree che la riducono allo strenuo delle forze. Ha oscillato per anni dai 36 ai 90 kg ed è addirittura stata in coma.

Ma dopo anni di terapie e diversi tentativi di cura, Chiara trova finalmente la cura adatta a sé e riemerge dall’inferno nel quale ha vissuto. Oltre a risollevarsi e a riscattare il proprio futuro, fa molto altro: comincia ad aiutare gli altri: «È iniziato tutto con un sito web che ho aperto nel 2001 per raccontare la mia storia. Volevo condividere con gli altri il fatto che si può guarire dai disturbi dell’alimentazione – spiega  –  e per lanciare un messaggio di speranza a chi come me, era affetto da questa malattia. Venni travolta da lettere e messaggi di tantissime persone, fidanzati e genitori disperati che mi chiedevano aiuto».

Una svolta importante avviene quando Chiarasole incontra lo psicoanalista Matteo Mugnani: «Già dal 2001-2002 cominciai a partecipare a incontri pubblici e convegni ai quali ero chiamata per portare la mia testimonianza. Avevo scritto anche un libro, e dopo averlo letto, Matteo mi contattò. Ricordo il momento esatto in mi venne l’idea di MondoSole e lui accettò subito. È stata come un’illuminazione. Decidemmo di fondare un’associazione che si occupasse di disturbi alimentari, unendo la sua immensa conoscenza e la mia esperienza diretta, non “solo” di grave malattia, ma anche dei tantissimi ricoveri e percorsi di cura sperimentati sulla mia pelle fatti in Italia e all’estero. MondoSole rappresenta, ancora oggi infatti, l’integrazione del mondo clinico con quello esperienziale».

Professionalità, rigore, empatia, capacità di ascolto, saper esserci, accogliere le emozioni delle persone che soffrono e trattare i loro vissuti con estrema delicatezza, accompagnandole nuovamente verso la vita sono questi i presupposti di MondoSole, nata nel 2004 a Rimini, e che poi è diventata un centro specializzato in disturbi dell’alimentazione e altre dipendenze, al quale si rivolgono persone provenienti da tutta Italia: «Sia Matteo, che io proseguimmo negli studi e nella formazione al fine di creare un nuovo metodo. MondoSole si basa su un lavoro di equipe finalizzato a creare un percorso personalizzato per ogni persona che si rivolge a noi. Uno degli obiettivi principali è far emergere e comprendere il significato dei propri sintomi e innescare una riorganizzazione della propria vita. Si tratta di un centro volto al reinserimento sociale delle persone che soffrono di disturbi alimentari e che coinvolge anche il nucleo familiare. Si tratta di un percorso costruito per far pace con il proprio passato traumatico che ha portato ogni singolo individuo ad ammalarsi e contemporaneamente imparare a vivere il difficilissimo oggi totalmente anestetizzato dai potenti sintomi». 

Donne, anziani, uomini in alcuni casi bambini: sono state tantissime le persone che negli anni si sono rivolte a MondoSole: «L’anoressia, la bulimia, il binge eating non sono capricci o una scelta, ma una vera e propria malattia, che “c’entrano poco” con il cibo e con il corpo (questi sono i massacranti e potenzialmente mortali sintomi). Non è una cosa che si sistema con la forza di volontà, né da soli, ma è un labirinto, una prigione mentale che coinvolge tutte le sfere della vita. A MondoSole c’è anche un atelier clinico in cui si svolgono svariate attività. In questi anni di pandemia, abbiamo dovuto modificare parte dell’approccio e siamo ormai in grado di accogliere anche on line. Grazie a psicologi-psicoterapeuti come Fiorella Nicolla, Even Mattioli e altri collaboratori, tutti con formazioni differenti, portiamo avanti un approccio multidisciplinare, nel quale crediamo molto. Ci occupiamo anche di sensibilizzare e informare in ogni possibile modo, siamo molto attive su tutte le piattaforme social, cercando così di attivare una riflessione culturale sui valori dei ruoli familiari e dei messaggi riguardanti il cibo e il corpo e, ovviamente, suona conoscenza sempre più profonda dei disturbi alimentari».

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