Il terremoto e la musica che salva: «Dopo dieci anni, il sogno della Stazione Rulli Frulli»

 

«La notte del terremoto me la ricordo bene. Mio figlio, Gabriele, aveva tre mesi. D’improvviso si sventrò il bagno, dieci minuti dopo essere usciti fuori venne giù la scala, poi l’intera facciata». Il 20 maggio 2022, a dieci anni dal sisma di Finale Emilia, inaugurerà quello che Federico Alberghini, allora insegnante di musica e oggi imprenditore sociale, definisce «un sogno che sono fortunato di poter vivere». Il sogno si chiama Stazione Rulli Frulli, sorgerà sui 1200 metri quadri della stazione delle corriere in disuso da allora e sarà un centro per l’aggregazione giovanile e l’inclusione delle persone con disabilità, con la musica a fare da sottofondo. Alberghini, 40 anni, di formazione batterista e oggi coordinatore della Stazione, ha ricevuto ieri a Verona, nell’ambito del Festival della Dottrina Sociale, il premio «Imprenditori per il Bene Comune» istituito da Cattolica Assicurazioni.
Federico, se l’aspettava?
«Niente affatto. Questo è un premio inaspettato che non pensavo di meritare. Insieme a me sono state premiate persone del calibro della presidente dell’ospedale Bambin Gesù, giusto per fare un esempio. Nella vita quotidiana sono così immerso nelle mille cose da fare, specie ora che stiamo lavorando alla Stazione, che non mi sono reso conto di quanto fosse importante ciò che abbiamo fatto e che stiamo provando a realizzare. Sono felice».
Se si guarda alle spalle, non le sembra incredibile quello che è successo?
«Lo è, ed è merito delle persone straordinarie che hanno sempre creduto in ciò che stavamo facendo. Siamo partiti nel 2010 con la Banda Rulli Frulli, un progetto musicale il cui nome venne proposto da Marzio, un bambino di sei anni, e che basava la sua anima sugli strumenti musicali costruiti con materiali da recupero. La Banda con il terremoto ha ricevuto un impulso fortissimo, perché bisognava trovare una sede, visto che la nostra era stata distrutta, e perché c’era l’esigenza di stare insieme e fare delle cose belle, visto che in molti vivevamo nelle tendopoli. Oggi è formata da 70 elementi, c’è chi resta anche fino ai 28-30 anni, perché staccarsi non è facile. Abbiamo sempre messo insieme ragazzi con disabilità e non, convinti della forza inclusiva del nostro progetto. Solo una volta un ragazzo storse il naso perché doveva suonare con persone alle quali non era abituato. Quella volta gli rigirai la frittata: ‘Il problema è suonare con loro? E cosa penseranno loro, del fatto di suonare con te?’. Non è più successo».
Dopo tanti album, concerti e tour, oggi il vostro metodo è richiesto in tutta Italia. Dove sta la magia?
«Rulli Frulli è la batteria che avrei voluto suonare io, peccato che mi sia ritrovato solo due mani. Abbiamo costruito chitarre con le grondaie, percussioni con le pentole. Abbiamo messo insieme le persone, superando le barriere. E ci siamo sempre divertiti. Per quanto ora abbia giornate pienissime, sono rimasto il direttore della banda. Il mio collega Federico Bocchi prepara i ragazzi ma il giovedì prendo in mano gli spartiti e torno da loro, perché alla fine tutto è partito da lì. Le bande come la nostra si stanno replicando in tutta Italia, da Milano a Matera, passando per Parma e Roma. Ci chiamano di continuo e siamo felici di diffondere il nostro metodo a chi ci crede».
A proposito di contaminazione, lei  parla spesso di «brodo cosmico»: di cosa si tratta?
«Noi siamo immersi da sempre in un brodo cosmico che fa in modo che le cose, se siamo in tanti a desiderarle, succedono. Volevamo andare a Sanremo e ci ha chiamati Mika. Se noi domani avessimo bisogno di un autobus, il giorno dopo ci telefonerebbe qualcuno che ne ha uno da smaltire. Il nostro motto è proprio che se andiamo tutti nella stessa direzione con il pensiero e la passione, i desideri si realizzano. In più siamo a farlo, più aumentano le probabilità».
Come si applica, tutto questo, al progetto visionario della Stazione?
«Intorno alla Stazione c’è un mondo. Non c’è solo un bando comunale che abbiamo vinto, e che ci consentirà di avere quel posto tra le mani per 25 anni, con le utenze pagate. C’è chi, come la Regione Emilia-Romagna e come la Fondazione Smurfit Kappa, ha finanziato pezzi di ristrutturazione, un’operazione da oltre 900mila euro. Ci sono aziende che penseranno agli arredi, costruendoli con i ragazzi delle scuole, in un’ottica green e sostenibile. Ci sono diverse persone che lavoreranno ai vari progetti contenuti all’interno della Stazione: accanto alla sala prove della Banda Rulli Frulli e dei Rulli FrulliNI, infatti, ci saranno lo spazio di una web radio, uno studio di registrazione, un laboratorio artigianale e socio-occupazionale, il laboratorio di costruzione degli strumenti, un bar-ristorante con prodotti a chilometro zero, una sala polivalente per gli eventi. Abbiamo avviato già collaborazioni con le scuole, per esempio i ragazzi dell’Agrario porteranno i loro prodotti alla Stazione. Manterremo vivo il senso di comunità che ci ha salvati dieci anni fa».

www.bandarullifrulli.com

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