Signorina Pubertà – “Ma chi credi di essere, la regina delle torte?”

Seconda puntata della nostra rubrica su una delle fasi dell’età più difficili: la preadolescenza. Una piccola guida da genitore a genitore per non perdersi d’animo… e sopravvivere

Ma chi credi di essere, la regina delle torte?

Stamattina, visto il tempo, avevo solo abbozzato una vaga e non meglio precisata idea di fare un dolce, visto che quasi quasi accendere il forno potrebbe risultare piacevole in una giornata uggiosa di fine estate.
La pre-adolescente mi ha messa a tacere sul nascere.
Eppure di torte ne ho sempre fatte, ne abbiamo sempre fatte anche insieme. E non è nemmeno così male l’idea di averne una lì a disposizione, in cucina. Per ammazzare il tempo, la fame, la noia.
A quanto pare devo avere avuto un’idea da imbecille. O comunque, a mia figlia devo essere sembrata così spocchiosa da essere subito associata a una star della pasticceria televisiva che millanta doti culinarie. Che in realtà non ha.

Una volta rifatto il mio bagno di umiltà, ho pensato che in fin dei conti, la presa per i fondelli è la colonna sonora di ogni famiglia in cui si aggiri un soggetto dai 12 anni in su. O almeno credo.

“Mamma, sei ridicola” è una delle frasi più ricorrenti. E vale per ogni opposto, una specie di ombrello sotto il quale far ricadere ed etichettare ogni mio comportamento, in un senso o nell’altro. Quel “tutto e il contrario di tutto” su cui si fonda l’essenza di un pre-adolescente: “Esco”, “non esco più”, “mi piace”, “anzi no”, “che freddo che fa”, “la felpa non me la metto neanche morta”.

Dunque io sono ridicola se urlo ma anche se sussurro, se sorrido e se piango, se ascolto la musica degli anni Ottanta e quella di oggi, se parlo e se sto zitta, se pianifico e se improvviso, se mi vesto così o cosà.

Ovviamente non vale utilizzare lo stesso atteggiamento in direzione del pre-adolescente. Uscire stamattina, sotto l’acquazzone, con le infradito da mare, è una trovata geniale. Lo è anche mettere in frigorifero la bottiglia dell’acqua, quando l’acqua è finita. O non lavarsi le ascelle nemmeno quando la scia sta per prendere la residenza. O tenersi i baffi di cioccolato dopo il gelato. O accorgersi di aver lasciato a casa il costume quando si è già arrivati al mare.

Insomma, sono ridicola per definizione.
“Che tipo di problemi hai?”.
“Sei normale?”.
Il punto è che questo linguaggio è contagioso.
Oggi la tredicenne col top e i capelli piastrati voleva, per pranzo, la pasta con il formaggino Mio.

“Non ti sto mica svezzando – le ho risposto-. Ma sei normale?”.

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