Signorina Pubertà – Sopravvivere ai preadolescenti con un po’ di ironia

Inizia oggi la nostra rubrica su una delle fasi dell’età più difficili: la preadolescenza. Una piccola guida da genitore a genitore per non perdersi d’animo

Mamma, mi abbracci per favore?”
“Mamma ti odio, voglio buttarmi giù dal balcone, oppure andarmene di casa”.

Ebbene sì, si tratta della stessa persona. Ma soprattutto, le due frasi sono state pronunciate a distanza di cinque minuti l’una dall’altra.

Non solo: l’adulto, stando alle regole della preadolescenza, avrebbe l’obbligo morale di avere lo stesso identico mood del preadolescente in questione.
Umore depresso? Tutti depressi, please.
Atteggiamento infantile, tra lo stupido e l’allegro con brio? Tutti a cinguettare per casa, grazie. Non li vedete, in fondo, tutti quei passerotti che svolazzano intorno?

Il preadolescente, in effetti, un potere oggettivo. E lo sa. Sa di essere perfettamente in grado di rovinare una giornata, mandare all’aria equilibri costruiti con fatica, scatenare litigate atroci tra i membri della famiglia, che da qualche parte dovranno pure sfogarsi, anche quando il preadolescente è ormai lontano, a volte rintanato nella sua stanza a fissare il muro, ripetendo il mantra: “Che giornata di merda”.

Il preadolescente è imprevedibile e per questo fa paura. Voi vi avvicinate con le migliori intenzioni, convinti erroneamente che alle otto di mattina, dopo una notte in cui non l’avete visto né sentito, non potendo avergli fatto nulla di male sarà impossibile vederlo inferocito e ringhiante. E invece no: sarà rabbioso all’ennesima potenza solo perché voi esistete, gli sorridete e gli proponete qualcosa che non è in linea con le sue aspettative. Banalmente, perché di aspettative non ne ha. O non sono interpretabili. O non sono realizzabili.
E quindi voi, in quel momento, dovete sparire, diventare trasparenti, se possibile morire. Salvo essere riesumati qualche minuto dopo, quando il preadolescente deciderà che il mondo è un posto bellissimo in cui stare e oggi è una giornata magnifica, da celebrare.

Il preadolescente è il banco di prova della pazienza, della resistenza. E vi porta, purtroppo, dentro il suo giochino. Così come lo vorreste vedere volatilizzarsi in diversi frangenti della giornata, ci sono attimi in cui vi sprigiona tutto l’amore e la tenerezza di cui siete capaci: “Mamma io vorrei tornare piccola, e farmi spingere da te nella carrozzina”.

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