Dsa, a Rimini nasce uno sportello per sostenere le famiglie

Servirà a orientare le famiglie i cui figli siano dislessici, discalculici, disgrafici o disortografici.

«Le normative ci sono, i servizi pure. Ma quando un genitore riceve una diagnosi di disturbo specifico dell’apprendimento, brancola nel buio, smarrito e anche pieno di senso di colpa per non essere riuscito, prima, a capire che suo figlio aveva un problema». Antonio Natoli è il presidente dell’associazione EduAction di Rimini, che in collaborazione con la Neuropsichiatria infantile dell’Asl e con il sostegno del Comune, ha attivato uno sportello per orientare le famiglie i cui figli siano dislessici, discalculici, disgrafici o disortografici.
 
«A Rimini è Dsa circa il 4% degli studenti, in linea con le statistiche nazionali – spiega Natoli -. Oggi, rispetto a qualche anno fa, la scuola è più preparata. Ma c’è ancora tanto da fare, sensibilizzare, informare. Il nostro cruccio è quello delle famiglie, che dal momento della diagnosi si trovano scaraventate in un mondo nuovo, spesso inconsapevoli sul da farsi e sui propri diritti. Tra gli strumenti compensativi e dispensativi e i percorsi di potenziamento con cui prendere confidenza, mentre il disagio psicologico prende piede, l’impatto è davvero fortissimo». 
 
L’idea dello sportello nasce dal vuoto davanti al quale i genitori si trovano dopo la diagnosi: «La Neuropsichiatria, da sola, non essendo i Dsa dei problemi strettamente sanitari, non può attuare una presa in carico. Noi, con la nostra esperienza, possiamo invece sostenere le famiglie nell’affrontare una realtà nuova, mostrando loro quali risorse esistono sul territorio».
 
Per il momento lo sportello si attiva via telefono o su Zoom (dal lunedì al venerdì dalle 14 alle 16 chiamando il 375-5896974 o scrivendo a sportellodiversistili@gmail.com). Nel frattempo, EduAction ha in programma, per il 31 maggio alle 21, l’incontro “Implicazioni dei Dsa. Testimonianza di genitori e ragazzi” (ci si iscrive su https://forms.gle/dKtRTKUqDq7aX9b46).
 
«Teniamo a dire – conclude Natoli – che se affrontati con i giusti strumenti e il giusto atteggiamento, i disturbi specifici dell’apprendimento non inficiano la carriera scolastica di nessun bambino o ragazzo. L’importante è conoscere percorsi e opportunità: questo fa la differenza». 

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