“Sono come Alice cascherina”: Anna Laura Cantone “regala” un’illustrazione alla Classense

«Io sono un po’ stordita come Alice, che casca sempre dappertutto. Sarà per questo che, dei personaggi di Gianni Rodari, è il mio preferito». Anna Laura Cantone è tra i 21 illustratori italiani selezionati per la mostra «Figure per Gianni Rodari. Eccellenze italiane» promossa da Bologna Children’s Book Fair e approdata il 20 novembre alla Biblioteca Classense di Ravenna per celebrare il centenario della nascita del grande scrittore di Omegna.

Nell’impossibilità, causa Dpcm, di visitare l’esposizione (il link è qui), la Classense ha diffuso un video che presenta la mostra. Video per il quale Anna Laura Cantone, che nel 2005 aveva pubblicato «Alice nelle figure», ha concesso l’utilizzo di una delle illustrazioni interne: «Per me è un grande onore essere stata scelta. Ci speravo, certo. Ma sono molto modesta e non mi prendo mai troppo sul serio. Essere accanto a nomi come Bruno Munari ed Emanuele Luzzati, non nego, fa un certo effetto».

Nel corso della sua carriera, Cantone ha più volte dato vita, con i suoi disegni, ai personaggi di Rodari: «L’ho amato fin da bambina, anche grazie a una zia insegnante di scuola elementare che me lo faceva leggere. Poterlo illustrare è stato un caso ma non mi sono mai assuefatta. Ho da poco pubblicato “La casa del signor Venceslao” e spero di poter continuare. Rodari è sempre stato sulla mia lunghezza d’onda, scanzonato e disobbediente. Se non fosse stato per il Covid, sarei dovuta andare in Brasile per presentare l’evento delle 21 eccellenze italiane. Mi avevano chiesto un video di presentazione e io l’ho inviato con la voce modificata, per scherzare. Mi hanno richiamata durante il montaggio: mica avevano capito, all’ambasciata italiana, che avevo fatto apposta».

Tra le abitudini creative di Cantone, quella di mettere accanto ai protagonisti dei personaggi secondari che creano una storia dentro la storia: «Nel lontano 1999, quando mi diplomai allo Ied, in sede di discussione della tesi Roberto Denti della Libreria dei Ragazzi di Milano, che era in commissione, apprezzò molto quel mio linguaggio parallelo. Lo utilizzo ancora oggi, lungi dal credermi brava. Lo è molto di più mia figlia Greta Olivia, tredici anni, alla quale spesso chiedo consigli che poi si rivelano vincenti. Durante il primo lockdown è stata lei a trascinarmi in studio motivandomi a riprendere a disegnare e dipingere. Io avevo avuto un blocco, che poi è tipico dei creativi nei momenti di crisi. Lo spiego spesso ai miei studenti dello Ied, dove insegno da vent’anni». Greta Olivia, che ha approfittato della pandemia per scrivere i dodici capitoli del suo primo libro, è anche colei che assomiglia all’Alice delle illustrazioni della mamma: “Non posso dire il contrario, perché è arrivata dopo».

 

 

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