Una petizione contro il trasferimento di Cagnoni a Ravenna

La villa dove Giulia Ballestri è stata uccisa
Foto Argnani

Una petizione contro il trasferimento di Matteo Cagnoni, condannato per aver ucciso la moglie Giulia Ballestri, nel carcere di Ravenna. La si può firmare on-line, dove le associazioni promotrici – Linea Rosa e Dalla parte dei minori – affermano che “il provvedimento davvero inusuale risulta ancor più inspiegabile se si considera da un lato, il suo stato di condannato in primo grado alla pena dell’ergastolo, dall’altro la peculiarità dell’istituto penitenziario di Ravenna che prevede la presenza di detenuti in attesa di giudizio o condannati ad una pena non superiore ai 5 anni o con un residuo di pena inferiore ai 5 anni”.

L’attenzione viene puntata sul fatto che a Ravenna risiedono i familiari e i tre figli minorenni di Giulia Ballestri, di cui Cagnoni ha perso la potestà genitoriale: “Possibile che nessuno di coloro che hanno autorizzato questo provvedimento si sia interrogato sulla ricaduta che questo può generare nella vita e nella crescita dei tre figli di Giulia che nella città di Ravenna crescono, vanno a scuola, fanno sport, crescono senza la madre, uccisa dal loro padre? Troviamo profondamente ingiusto che sia stata accolta questa richiesta di trasferimento che porta un detenuto condannato ad un passo dai figli che lui ha reso orfani di madre, col rischio di accrescere il loro enorme dolore e quello di tutta la famiglia di Giulia. Attraverso le avvocate delle nostre associazioni abbiamo chiesto al Dap (Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria), al Ministro della Giustizia e agli altri soggetti interessati, di revocare questo provvedimento inspiegabile e di disporre il trasferimento del detenuto in altro carcere”.

 

 

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