“Su Internet, le donne, cercano prima di tutto rassicurazioni. Forse è il caso di metterci in discussione come medici”. Carlo Maria Stigliano, ginecologico cosentino, sarà a breve in Emilia-Romagna per il sedicesimo congresso dell’Aogoi “L’empatia in ostetricia e ginecologia: come costruire una valida alleanza terapeutica” in programma il 22 e 23 novembre a Modena. Durante il suo intervento “Il dottor Google ha sempre ragione?” parlerà di come le donne integrino le informazioni ricevute dal ginecologo con quello che trovano sul web, con rischi non sempre facili da arginare.
Dottore, di chi sono le responsabilità?
“Stando a quello che le donne lamentano, le responsabilità sono del medico che non spiega bene le cose, che non si prende il tempo giusto per il cosiddetto counselling. Se il ginecologo prescrive la pillola senza raccontarne anche controindicazioni o conseguenze, la donna chiederà consigli e delucidazioni nelle chat, digitando domande su Google, consultando il bugiardino e poi dirottando i suoi dubbi sulla rete”.
Con quali esiti?
“Per chiarirsi le idee, alla fine aumenterà i propri dubbi, perché le informazioni trovate su Internet sono una massa difficile da gestire. Una situazione che in gravidanza non fa che amplificarsi, soprattutto quando la donna non ha un ginecologo di fiducia ma si fa assistere dal servizio pubblico, dove non trova sempre lo stesso medico”.
I medici come vivono tutto questo?
“I più anziani sono parecchio infastiditi. In generale, non ci piace essere osservati e giudicati secondo queste modalità. Il dottor Google, ricordiamolo, non è laureato in Medicina. E con le donne abbiamo un rapporto individuale, soggettivo, che fatica a fare i conti con una valutazione così spersonalizzata qual è quella di Internet”.
Come se ne esce?
“Parlando di più con le persone, smettendo di usare acronimi che confondono e spaventano, usando un linguaggio semplice, rassicurando le donne, usando empatia, sostituendo la parola terapia con cura. Solo in questo modo potremo ridimensionare il ruolo sempre più presente del web”.
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