Si può parlare di piacere sessuale durante l’ora di religione? La Chiesa può davvero dare risposte alle giovani generazioni su un argomento all’apparenza così lontano come il sesso? Domande che gli alunni e le alunne di Gilberto Borghi, prof di religione al liceo Torricelli di Faenza, hanno stimolato a tal punto da fargli scrivere “Dio, che piacere! Per una nuova intelligenza cristiana dell’eros” (Ed. Paoline) che verrà presentato domani alle 18 all’Istituto superiore di scienze religiose di Forlì.

Borghi è abituato alle provocazioni e all’andare oltre, se è vero che qualche anno fa ha pubblicato “Un Dio inutile” nel quale analizzava la disaffezione dei ragazzi e delle ragazze rispetto all’insegnamento della religione cattolica. Anche questa volta, sono state le riflessioni dei suoi allievi a spingerlo all’approfondimento e alla ricerca storica, dalla quale non si aspettava così tante risposte a quelli che considerava anche i suoi punti interrogativi: “Non mi sento un pesce fuor d’acqua, rispetto ai colleghi di religione, per essermi messo a parlare di corpo e piacere. Forse, però, lo sono dentro alla Chiesa, che da 1.600 anni si porta dietro l’idea della sessualità come negativa, che ancora non ha sposato in maniera maggioritaria il concetto di anima incarnata, di corpo e spirito come dimensioni legate intrinsecamente”.

Per l’insegnante faentino, invece, la Chiesa può essere un validissimo interlocutore nel discorso sul sesso, così come portatrice di un’erotica cattolica positiva: “Non sono mie invenzioni, lo diceva già San Tommaso. Provare piacere ha a che fare con la natura stessa di Dio, provare piacere ci avvicina a lui. Peccato che molti ragazzi e molte ragazze, oggi, pensano che il corpo e ciò che esso desidera sono qualcosa che li anticipa e sul quale non possono intervenire. Ciò che sentono arrivare dal corpo è giusto a prescindere, a detta loro, come se il corpo fosse uno strumento. Io cerco di far capire loro che, in questo modo, il corpo viene svilito anziché riconosciuto”.

E da qui al discorso sull’orientamento sessuale e in particolare modo sull’omosessualità, il passo è breve: “Dal punto di vista del contenuto, tento sempre di mostrare ai miei alunni la posizione moderata della Chiesa, secondo la quale essere omosessuali non è certo un peccato perché la condizione omosessuale non è imputabile a nessuno. Ma il discorso, in genere, va nella direzione di riconoscere che l’amore omosessuale non potrà mai essere pieno – se per pieno intendiamo nelle sue componenti carnale e spirituale – perché il corpo dell’uomo non è fatto per entrare nel corpo di un uomo, così come il corpo di una donna non è fatto per entrare nel corpo di una donna”.