Dai titoli mondiali del karate alla scelta estrema della corsa in montagna: Roberta Sodero, 41 anni, leggenda delle arti marziali con i suoi 3 titoli mondiali, 6 europei e 20 italiani, il 12 e il 13 ottobre sarà la madrina della Donna4Skyrace, la durissima manifestazione podistica tutta al femminile che affianca la Limone Skyrunning extreme. Dieci chilometri sulle pendici che costeggiano il lago di Garda. Una sfida per donne toste come la Sodero. Già, perché l’atleta friulana non si limiterà a reggere il nastro e alle foto di rito ma metterà direttamente le scarpette per partecipare all’ennesima sfida della sua carriera sportiva.
Roberta Sodero (prima a destra) con lo staff di Donna4Skyrace
“A correre montagna sembra di essere nel mondo delle favole – spiega Sodero -. Il paesaggio ti dà una spinta emotiva fortissima, ti apre la mente e trasmette energia. E’ un doping naturale: fantastico!”. Eppure nonostante decenni passati in palestra – dove tuttora svolge il ruolo di allenatrice – la karateka non è esattamente a digiuno di sport all’aperto. Anzi, la sua è stata quella che oggi viene definita “outdoor education“. “Quando ero piccola mio padre mi portava nei boschi ad allenarmi, a fare attività in mezzo al verde. Ho vissuto come in un film: presente Karate Kid? Una roba del genere”. Per questo l’allenamento che Sodero sta svolgendo in queste settimane la catapulta indietro nel tempo; “Mi pare di essere tornata a 30 anni fa”, sorride. Anche se c’è un imprevisto che rende tutto più difficile: “Qualche mese fa mi sono rotta il tendine di Achille e sono ancora in convalescenza. In ogni caso io a ottobre sarò al via, non voglio perdermi la Donna4Skyrace. Di sicuro parto, poi spero di finirla in qualche modo”.
La tenacia non le manca di certo: “Il karate, così come fa ogni altro sport se praticato con costanza e serietà, mi ha dato precise regole di vita: la grinta, la voglia di migliorarmi e di raggiungere gli obiettivi, un modo di vivere sano e pulito“. Tutte caratteristiche che aiuteranno Roberta in questo suo debutto nella corsa in montagna, nonostante l’infortunio: “Ho un tronco che regge abbastanza bene alle intemperie, mio padre mi ha forgiata bene“. A leggere le statistiche, invece, molti altri genitori sono timorosi e iperprotettivi nei confronti dei figli, con il nostro Paese che regolarmente si piazza nelle ultime posizioni delle classifiche internazionali circa l’attività fisica giovanile. Proprio per questo la karateka friulana lancia un appello a mamme e babbi: “I bambini devono cominciare fare sport a 5-6 anni – dice -. Lo sport è educazione, è salute. Se il corpo sta bene, la mente sta bene. Lo sport è confronto, amicizia, abbatte i pregiudizi e le barriere. Ti apre la mente e aiuta a vivere meglio“. Qualcuno poi diventerà un campione, tutti gli altri uomini e donne migliori.
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