Annunci precoci di gravidanze, ecografie postate sui social, foto di pance dalle prime settimane di gestazione. Un fenomeno recente, quello delle gravidanze in vetrina, sul quale Valentina Colmi, fondatrice di Post-Partum.it e autrice di “Out of the blue. Rinascere mamma” (Lazy Book), è scettica.
Le sue riflessioni sono iniziate in seguito a una gravidanza extra-uterina e due aborti spontanei vissuti, nel giro di poco tempo, dopo essere diventata mamma delle sue due bambine di cinque e tre anni: “Parto dal presupposto che ognuno è libero di fare ciò che crede e di esibire la gravidanza. Ma dalla mia esperienza negativa è nata una grande domanda: le donne sono sufficientemente informate del fatto che l’aborto, soprattutto nei primi tre mesi, è un’eventualità da mettere in conto? Quando vedo sui social, Instagram in particolare, le immagini di ecografie di alcune settimane, mi chiedo se chi le pubblica è consapevole che c’è una bella differenza tra essere incinta e portare a termine una gravidanza”.
Che ci sia, poi, anche una “deriva” da social, Valentina lo mette in conto: “Se fino a qualche anno fa, appena si scopriva la gravidanza, si chiamavano i familiari e gli amici, oggi c’è una tendenza a comunicarlo sulla pubblica piazza dei social. Ma credo che, di base, manchi un’adeguata preparazione delle donne agli esiti anche più sfortunati, depressione post-partum compresa. L’esposizione di così tante gravidanze fin dalle prime fasi non è una buona cosa prima di tutto per la donna: servono più precauzioni, è necessaria una maggiore prudenza. Io non punto il dito contro nessuno ma a protezione e tutela della donna incinta dico che è meglio aspettare”.
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