Rimini, il giudice ordina: “Vaccinate quel bambino”

Il padre e la madre sono separati e stanno divorziando ma, fra le altre cose, non riuscivano a mettersi d’accordo sulle vaccinazioni del figlio. Lei non voleva, lui sì. Alla fine ha risolto tutto Francesca Miconi, presidente del tribunale di Rimini, città in cui vive la coppia: il piccolo sarà vaccinato. A meno che il pediatra, dopo una visita di controllo, non trovi motivi di esenzione.

Il padre si era rivolto alla magistratura per fare autorizzare le vaccinazioni obbligatorie per iscrivere il bambino alla scuola d’infanzia, nonostante un emendamento approvato qualche giorno fa in Senato consenta ugualmente l’accesso dei bimbi non vaccinati ad asili nido e scuole materne in caso di mancata presentazione delle certificazioni richieste. Il magistrato gli ha dato ragione e ha ordinato la vaccinazione. Adesso è tutto nelle mani del pediatra. Il provvedimento è diventato esecutivo pochi giorni fa.

Intanto il Comune di Rimini, per bocca di Mattia Morolli, assessore ai Servizi educativi, fa sapere che “restano del tutto confermati gli obblighi vaccinali per l’accesso ai servizi educativi del Comune di Rimini. Ad oggi non c’è alcuna novità né soprattutto alcun passo indietro. In un quadro nazionale reso sempre più incerto dalla volontà del Governo di bloccare e rimandare l’obbligo vaccinale, la nostra posizione rimane ferma alla tutela della sanità di tutti i cittadini, soprattutto di quelli più esposti ai rischi e bisognosi della massima cura e prevenzione”.

“Rimane dunque valido – spiega Morolli -, per la frequenza dei nidi e delle materne comunali, l’obbligo di essere in regola con le vaccinazioni previste dalle leggi, così come rimangono valide le 21 lettere già inviate alle famiglie per regolarizzare la posizione sanitaria dei propri figli per garantire loro la frequenza al prossimo anno scolastico. Nessun passo indietro su quanto di buono fatto fino ad oggi che, grazie al provvedimento introdotto dall’allora ministro Lorenzin, ha permesso a Rimini in meno di un anno di aumentare la propria copertura vaccinale di circa il 10%, ad un ritmo doppio rispetto alla media regionale”.

Morolli ritiene che “queste forzature siano del tutto insensibili alle famiglie con bambini immunodepressi, che vedono in questa maniera violati i loro diritti civili basilari come quello della frequenza scolastica dei propri figli” ed esprime solidarietà al medico Roberto Burioni, oggetto di “provocazioni e insulti” definiti “vergognosi”.

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