Mario: “Ecco la storia che racconterei a chi ha ricevuto il cuore di mio figlio”

Mario Bartoli e Kyra

Un padre può rivedere suo figlio in un cane? Sì, se quel cane fa del bene. Un bene che si collega in modo inesorabile a un’altra opera magnifica, quella della donazione degli organi del proprio figlio. Mario Bartoli, 61 anni, di Livorno, ha rinnovato nei giorni scorsi il suo appello per trovare la persona che dal 1998 vive grazie al cuore di suo figlio Christian scomparso per un aneurisma cerebrale. L’uomo è un settantenne, come ha potuto scoprire contattando il Sant’Orsola di Bologna dove avvenne il trapianto.

Con Mario, allora, abbiamo voluto parlare direttamente. Perché dietro quell’accorato appello non c’è l’idea di intromettersi nella vita di uno sconosciuto ma di risentire il battito di suo figlio e raccontare una storia. Quella iniziata nel 2007, quando l’altro figlio di Mario, Jacopo, regala al padre un cane meticcio, Kyra, che dopo aver ottenuto cinque “brevetti” come cane da soccorso inizia a operare sul versante della pet therapy, con le persone disabili e nelle residenze per anziani, così come nei servizi educativi.

Christian Bartoli

“Sono sette – racconta Mario – le persone che hanno potuto continuare a vivere grazie a mio figlio. Anni fa ho incontrato la ragazza che ha ricevuto uno dei suo reni, esperienza dopo la quale ho scritto il libro ‘Dopo di te lei’ . Ma il cuore di mio figlio resta un pallino: perché il cuore è il sentimento, è la vita. E alla persona che l’ha ricevuto vorrei dire ‘guarda cosa hai dentro’. Non solo: la felicità che abbiamo regalato io e la mamma di Christian donando i suoi organi è collegata in modo indissolubile al bene che oggi fa Kyra. Mi è capitato, in una scuola materna, mostrando una rivista sulla quale era uscita la nostra storia, che i bambini mi dicessero ‘Christian’ indicando Kyra. Io stesso, quando accarezzo il mio cane, sento il cuore di mio figlio battere, così come quando incontro una persona anziana o con autismo”.

Nessun capriccio, dunque, dietro la ricerca di Mario: “Christian ha permesso ad altre persone di vivere ma quello che voglio non è un grazie, perché quando fai del bene agli altri lo fai e basta, senza volere nulla in cambio. Ma vorrei che quelle persone sapessero quanta solidarietà e quanto volontariato sono nati dopo la donazione, chi è Kyra e come sta tenendo in vita il ricordo di mio figlio semplicemente dando, anche a me. Sono dieci anni che non ci stacchiamo mai”.

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