Matteo Lancini a Faenza: “Gli adolescenti? Meno trasgressivi ma più fragili”

Matteo Lancini

Togliere la play-station per ottenere maggiori risultati scolastici può essere anche un intervento sensato. Il punto è che se non se ne verificano, poi, i reali effetti, cade nel vuoto. E il genitore che l’ha imposto perde immediatamente di autorevolezza. Un tema caro allo psicologo e psicoterapeuta (nonché presidente della Fondazione Minotauro) Matteo Lancini, che questa sera alle 20,30 sarà a Faenza (Faventia Sales, via San Giovanni Bosco 1) per l’incontro “Gli adolescenti perduti nella loro cameretta. Aiutare gli adolescenti di oggi a diventare adulti” durante il quale parlerà del suo libro “Abbiamo bisogno di genitori autorevoli” (Mondadori).
La stanza da letto come simbolo dell’adolescenza: è ancora così?
“Lo è eccome. Innanzitutto in senso fisiologico: l’adolescente di chiude nella sua stanza mettendo una porta tra sé e il mondo degli adulti. Lo è perché i giovani d’oggi vivono anche sui social. Ma lo è anche perché, se parliamo di disagio adolescenziale, non possono non venirci in mente i cosiddetti ‘hikikomori’, adolescenti maschi isolati dal mondo, se non quello virtuale. Realtà che secondo me è l’equivalente dei disturbi alimentari per le ragazzine”.
Ai genitori l’adolescente fa più paura di un tempo?
“Sicuramente è cambiato il modo di educare. Oggi le famiglie sono meno tradizionali e normative, più attente ai bisogni relazionali e affettivi dei figli. E anche sull’adolescenza, di conseguenza, c’è parecchio riguardo in più. Cosa che deriva anche dalla complessità della società odierna, dove il futuro è incerto e certi atteggiamenti dei ragazzi risultano più opachi. Gli adolescenti sono meno contestatori e trasgressivi di una volta ma più fragili”.
E i genitori, nei loro confronti?
“I genitori dovrebbero affrontare l’adolescenza senza mettere in atto tentativi tardivi di controllo mai sperimentati fino ad allora. Mettere paletti, limiti e regole rigide non significa essere autorevoli. Ma soprattutto, non significa che servano, che siano efficaci. Spesso, agli interventi privativi e alle punizioni dobbiamo sostituire gli interventi aggiuntivi”.
Ma davvero gli adolescenti, nell’immaginario collettivo, sono una generazione terribile e impossibile da gestire?
“Per chi li frequenta, no. Gli adolescenti oggi sono pieni di risorse ed esperti di relazioni, per quanto fragili. Sta a noi credere di più in quello che di buono hanno, lavorando sulle loro risorse”.

 

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