L’aborto come la mafia: bufera su prete di Bologna

don Francesco Pieri

Si chiama Francesco Pieri e in teoria è pure un docente. Perché, per quel che conta, insegna alla Facoltà teologica dell’Emilia-Romagna. E al suo nome, oltre al titolo di prof, bisogna anteporre il don: chissà, forse è per questo che ha manifestato una certa simpatia per Totò Riina, per affinità di titoli. Anche se, è bene precisarlo, don Francesco Pieri, non è un mafioso ma un sacerdote di Bologna. Un prete che predica pure sul suo profilo Facebook. Un prete moderno, dunque? Ni.

Se il “Molto Rev. Dott. Don Pieri Francesco“, come recita la carica ufficiale ricordando il fantozziano lup. mann. figl. di putt. del megadirettore generale, usa i social network per portare il Verbo alle pecorelle 3.0, la sostanza è sempre quella: le idee degli uomini di chiesa non sono affatto cambiate. Così, approfittando della morte del boss mafioso, Pieri, 55 anni, ha postato il seguente commento: Ha più morti innocenti sulla coscienza Totò Riina o Emma Bonino?”. Il riferimento è all’aborto, pratica per la quale l’esponente radicale si è battuta a lungo. E via “mi piace” come se piovesse. Tra i primi, don Massimo Vacchetti, vice-economo della Curia bolognese e responsabile della Pastorale dello sport. Poi compare anche qualche critica e Pieri decide di modificare il profilo della pagina rendendola accessibile solo agli amici. Ma ormai il casino (don Francesco ci perdoni il termine ma a questo punto ci pare il male minore anche se è lei l’esperto di ste robe) è scoppiato e critiche e polemiche si sprecano.

Pieri cerca di spiegare che per il Concilio vaticano II l’aborto “(non importa se legalizzato, ospedalizzato e mutuabile o no)” è “moralmente” uguale a “genocidio, omicidio volontario e altri crimini orrendi, tra cui certamente quelli di mafia, e lo definisce abominevole delitto. Solo che vedo meno gente disposta a indignarsi e schierarsi per questi innocenti. Anche tra chi metterebbe la mano sul fuoco per il Vaticano II”.

E se ancora siete perplessi per quell’altro sacerdote di Bologna, don Lorenzo Guidotti, che aveva detto di non provare pietà per una 17enne stuprata, sappiate che a supporto della sua tesi don Pieri cita queste parole: “La massima vergogna del ‘900, che pure ha conosciuto le più orrende infamie della storia, come i molti e diversi genocidi che sono stati perpetrati resta senza dubbio la legalizzazione e il finanziamento pubblico dell’aborto”. L’aborto, quindi, peggio dei gulag e dei lager. Parole di Giacomo Biffi, ex arcivescovo bolognese e cardinale. Nientepopodimenoche.

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