Le mamme precarie aprono librerie per bambini. Da Roma la ventata arriva in Emilia-Romagna

Era incinta della sua prima figlia, Antonella De Simone, quando insieme ad Aurora Festa, anche lei in gravidanza, decise di aprire una libreria per bambini nel quartiere Centocelle a Roma. E oggi, a distanza di dieci anni, anche se la loro libreria “Centostorie” non può essere considerata una vera pioniera nel campo della formazione degli aspiranti librai per ragazzi (“lasciamo questo onore alla Giannino Stoppani” di Bologna), è senz’altro un punto di riferimento per le tante donne (soprattutto) che vogliono fare questa scelta.

“Da sette anni organizziamo mensilmente un corso molto onesto, pratico e concreto – spiega Antonella – per chi ha intenzione di buttarsi nel settore. Delle 1500 persone che hanno partecipato finora, solo il 10% ha effettivamente aperto una libreria. Si tratta quasi sempre di donne, anche se non manca qualche eccezione: come Marco Campeti della libreria Casimiro di Tivoli, che ha lasciato la sua carriera di avvocato penalista per fare il libraio”.

Sono tre, secondo Antonella, le ragioni principali per cui il settore è appannaggio delle donne: “Il precariato in Italia è soprattutto femminile. Dopo il primo figlio, in particolare, la condizione lavorativa di molte donne cambia. Io stessa, che lavoravo quindici ore al giorno con un contratto a progetto nel settore della comunicazione, ho lasciato. Dopo sei anni dalla prima figlia ho avuto due gemelli. Non avrei mai potuto continuare a quelle condizioni. Tre anni fa due ragazze che ora sono entrambe in gravidanza hanno aperto Nasinsù a Ragusa”. Il secondo motivo ha a che vedere, secondo la libraia romana, con la grande elasticità mentale e organizzativa delle donne: “Senza cadere nello stereotipo, posso confermare che al corso ho visto ragazze reinventarsi e cambiare vita in modo commovente non solo per inseguire i propri desideri ma anche per trovare una conciliazione tra impegni lavorativi e familiari“. Senza contare che dopo un figlio molte si accorgono della meraviglia della letteratura per l’infanzia, ambito che prima non conoscevano: “Peccato che gli uomini siano ancora poco persuasi che questo possa essere un settore anche di loro competenza”.

Dal 2010 a oggi, in Italia, grazie al corso di Centostorie sono state aperte 60 librerie di cui tre in Emilia-Romagna: si tratta di Amemì di Mirandola, Leggere Leggere di Castel Maggiore (inaugurate il mese scorso) e della storica Cartamarea di Cesenatico. Il circuito in cui si sono riunite si chiama Cleio.

E la crisi economica? “Al corso le domande più frequenti riguardano proprio la parte finanziaria – precisa Antonella -. Le persone vogliono sapere quanto costa aprire, dopo quanto tempo si riesce a farsi uno stipendio. Quello che è certo è che negli ultimi anni, nell’editoria, il settore che ha tenuto è stato quello dell’infanzia. Il paradosso, poi, è che i lettori più accaniti sono i bambini che non leggono, quelli in età pre-scolare: magari il genitore non legge ma un libro per i figli lo compra comunque. E bisogna anche dire che anche se la principale entrata viene dalla vendita diretta dei libri, non sono i libri a consentire i margini maggiori. Le librerie come la nostra offrono una serie di servizi collaterali che vanno dalla caffetteria all’organizzazione delle feste di compleanno, dai corsi ai laboratori, per non parlare della vendita di giochi intelligenti. Il libro è il protagonista ma anche un strumento per fare e proporre altro”.

A dieci anni dall’apertura, insomma, il bilancio di Antonella è positivo: “Sono contenta di come ho cambiato la mia vita. Non è tutto rose e fiori, chiaro. Certi periodi sono stressanti. Ma la sera, prima di chiudere, riguardo Centostorie e mi emoziono ancora”.

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