Ci sono più finzioni e messe in scena in una camera da letto che in uno spettacolo di cinema o teatro. Leggevo qualche giorno fa uno studio inquietante: oltre il 75% delle donne finge regolarmente di provare piacere durante il sesso e uno degli stratagemmi più usati per far credere all’uomo di aver raggiunto l’orgasmo è l’abitudine a gridare o produrre fragorosi gemiti che rassicurano il partner maschile circa la bontà della propria prestazione.
In poche parole, nella donna permane antropologicamente una sorta di esigenza di compiacere “il maschio” evitandogli di manifestargli le lacune e i deficit che non hanno reso il rapporto sessuale un’esperienza per nulla appagante; una sorta di istinto primordiale a proteggere l’uomo da qualcosa che lo renderebbe insicuro, umiliato e che rischierebbe di attribuire il mancato orgasmo della donna a problemi di frigidità della stessa.
“Non può essere che io non sia uno stallone, se non ha goduto sicuramente è lei che è frigida!”.
Ma donne, vi svelo un segreto: non sta scritto da nessuna parte che voi dobbiate fingere di aver provato piacere! Mio caro maschio Alfa, nulla di personale ma questa è stata una delle peggiori scopate della mia vita, non ho raggiunto l’orgasmo non perché sono frigida ma perché non c’è stata sintonia, solo manierismo, i motivi possono essere molteplici: sei una schiappa col cunnilinguus, usi le mani come se stessi maneggiando un manichino e il continuo sussurrare di parole sconce dopo un po’ è diventato noioso, oppure semplicemente al punto G ci sei andato vicino più o meno quanto io vado vicino a un cinghiale imbizzarrito in un bosco. Quindi arrivederci e grazie, senza rancore.
Invece molte donne si ostinano a dover recitare questi finti orgasmi, a volte facendo credere per anni al marito di essere appagate, salvo poi il lunedì incontrarsi in un motel sulla tangenziale con l’amante di turno per provare a vedere se prima o poi con l’uomo giusto lo si raggiunge questo benedetto orgasmo.
Questa è una delle finzioni più diffuse ma ve ne sono altre, ad esempio quando il soggetto maschile si propone come un mix tra Rocco Siffredi e Alain Delon, crea un’aura che trasuda arrapamento e seduzione che ti fanno nutrire le massime aspettative e poi… durante l’atto sessuale si rivela impacciato come un dodicenne.
L’ultima finzione da cui vorrei mettervi in guardia e quella di chi pensa che la trasgressione vada di pari passo con l’utilizzo di frustini, manette, frequentazioni di locali dove si svolgono pratiche sessuali estreme o inconsuete.
“Sono trasgressivo perché mi faccio legare a una sedia e poi lecco i tacchi a spillo di una mistress che poi mi riserva una generosa dose di frustate, facendomi colare cera bollente sulle parti intime mentre tiene al guinzaglio un nano”.
Se pensate che questa sia la vera trasgressione, siete vittima di una colossale autofinzione. Per carità, i gusti sono gusti ma il sesso come esperienza mistica non ha necessariamente bisogno di orpelli sadomasochisti o tute in lattice. Se tocchi l’anima del partner durante un orgasmo, se il pene dell’uomo non entra dentro di te, ma ti travolge, ti pervade, se la bocca di una donna ti fa vedere le stelle, se chiudi gli occhi e esplodi e vedi il paradiso e ti sembra di affondare in un lago di piacere da cui non vorresti più riemergere… allora qualsiasi finzione non diventa solo inutile, ma anche un insulto alla sacralità del rapporto sessuale.
Non fingete con Eros: è pur sempre una divinità e le divinità sono immuni alle nostre menzogne e ai nostri goffi raggiri. E se gli antichi ci hanno insegnato qualcosa è che gli dei è meglio non farli arrabbiare…
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