Bimbi iperattivi. Chiara: “Quando mi davano della cattiva madre”

A dieci mesi caminava, a un anno parlava, a cinque leggeva. Ma Chiara Garbarino, dentro di sé, sapeva che l’elevato quoziente intellettivo di Leonardo faceva a botte con il suo essere esplosivo, con la sua aggressività, con la sua eccessiva impulsività. Se potesse tornare indietro, gli accertamenti li farebbe prima, ben prima. Perché oggi, provata da nove anni di problemi nel gestire suo figlio, ai genitori che passano la sua stessa disavventura direbbe che le parole degli altri fanno male, che spesso la scuola non ha il metodo giusto, che non si è genitori inadeguati quando tuo figlio è diagnosticato Adhd. Un problema di cui si parla poco, il disturbo da deficit di attenzione/iperattività, poco accettato socialmente. Così Chiara, che vive in provincia di Alessandria, ha deciso di getto, lo scorso luglio, di dare una forma alle emozioni e di condividere la sua esperienza con altre famiglie. Lo ha fatto con il blog “Leo il teppista”. 

“Mi sono accorta che in Leonardo c’era qualcosa che non andava subito dopo la sua nascita – racconta Chiara-. Da neonato era iperagitato, mi sdrenava. Con la crescita, le cose non miglioravano: era un vulcano, non potevamo lasciarlo un attimo da solo perché si metteva in pericolo, si faceva male, alzava le mani. Ogni volta che lo andavo a prendere, all’asilo, entravo tremando all’idea di quello che mi avrebbero detto le maestre. Finché una di loro, un giorno, mi disse che avremmo sofferto tutta la vita, che sicuramente Leonardo aveva qualche problema”.

La diagnosi, però, è arrivata solo alla scuola elementare: “La neuropsichiatria ti fa fare i test, ti dà un bel certificato da consegnare alla scuola ma poi di fatto ti lascia a te stessa. Quest’anno, finalmente, dopo note e compiti di punizione, le insegnanti hanno trovato un metodo, hanno capito che bisogna agire sul piano delle gratificazioni, perché per quanto intelligente, tanto che non ha il sostegno, Leonardo certe competenze non le potrà mai avere. Fatica a stare seduto, a concentrarsi, a stare attento. Sono fortunata, credo che nella sua scuola ci sia una certa sensbilità. Ma la mia più grande paura è che mio figlio, nella vita, possa sentirsi uno sfigato. E allora da sempre tiro fuori la grinta: leggo, studio, mando io alle insegnanti le mail con le circolari del Miur sugli Adhd o i materiali da usare. Insomma, mi arrabatto. E il pomeriggio, a caso, passo molto tempo a cercare di far fare i compiti a Leo”.

Anche Chiara, negli anni, sente di avere sbagliato molte volte approccio: “L’ho punito anche io, Leo. Noi genitori di bimbi Adhd passiamo le giornate a sentirci dire che abbiamo figli maleducati, che non siamo in grado di gestirli. Veniamo etichettati come madri e padri non all’altezza di crescere i nostri bambini, incapaci di dare regole. Ci isolano, ci fanno sentire sbagliati. Io spesso ho evitato persino di andare al parco con mio figlio, quando aveva 18 mesi siamo scappati da un albergo in cui stavamo passando le vacanze perché sradicava le prese elettriche dai muri. Oggi, in confronto ad allora, è una passeggiata. Ma pago ancora le conseguenze di tanta sofferenza e di tanti pregiudizi. Ricordo ancora che non ci hanno invitati alla cena di fine anno, quando Leonardo ha concluso la scuola dell’infanzia. Ho ben impresso il padre che mi è arrivato a dieci centimentri dalla faccia minacciandomi di procedere per le vie legali perché Leo, provocato, aveva dato uno scappellotto a suo figlio. Insomma, è dura, è una battaglia quotidiana”.

Leonardo, dal canto suo, è in parte consapevole di avere un problema: “Mamma ma perché sono iperattivo? Non riesco proprio a controllarmi!”, ha detto un giorno. E se da un lato fa ragionamenti complessi, dall’altro capita che si perda in un bicchier d’acqua: “Il peggio è passato – conclude Chiara – non senza contraccolpi. Mi sono separata, anche se ringrazio che il papà di Leo sia così presente nella vita di nostro figlio. Ho trovato un compagno che capisce, mi sta accanto, mi consiglia e mi conforta. I miei genitori e mia sorella, in questi nove anni, sono stati la mia forza. Andiamo avanti, con tante difficoltà ma anche tanto amore”.

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