Il sesso orale in gravidanza è pericoloso

Il sesso orale in gravidanza è pericoloso. Gli esperti avvertono che le infezioni sessualmente trasmesse possono causare gravi problemi per il feto fino a diventare letali. Ad esempio gonorrea e clamidia trasmesse ad una donna incinta aumentano il rischio di aborto spontaneo mentre la sifilide può causare danni agli organi vitali e l’epatite B può causare malattie epatiche.

I danni maggiori si possono avere quando l’infezione viene trasmessa nel terzo trimestre: in particolare contrarre l’herpes genitale – la cui trasmissione spesso avviene con il sesso orale – durante le settimane terminali della gravidanza significa che le probabilità di trasmetterlo al bambino sono all’incirca del 50%. Tutte queste informazioni, come riporta la stampa internazionale, sono contenute in un recente libro sull’argomento dal titolo “The good news about the bad news. Herpes: everything you need to know” a firma di Terri Warren. In pratica, si tratta di una guida sull’herpes.

Peter Leone, professore di medicina alla scuola di medicina dell’Università della Carolina del Nord, ha spiegato che nel terzo trimestre il sistema immunitario di una donna è più delicato ed esposto alle malattie sessualmente trasmissibili. Dito puntato dunque contro il cunnilinguus, pratica che “potrebbe portare a gravi complicazioni”. Tuttavia, i rischi sono ridotti con i neonati che vengono al mondo grazie al parto cesareo.

C’è anche l’altro lato della medaglia. A spezzare una lancia in favore del sesso orale in gravidanza e, in particolar modo nei confronti della fellatio, è uno studio dell’università di Albany-Suny (New York) che consiglia la pratica per contrastare la “morning sickness” delle donne, quei malesseri che comprendono nausea e vomito e che, nei casi più gravi, possono portare anche all’iperemesi gravidica. Non solo, il seme maschile assunto dalla donna per via orale ridurrebbe anche contro i casi di gestosi (nota anche come preeclampsia, patologia che di solito si manifesta dopo la 20esima settimana con un aumento improvviso della pressione sanguigna associato a proteinuria, cioè a una concentrazione anomala di proteine nelle urine) durante la gravidanza (viene citato uno studio che conferma la diminuzione dei casi) e avrebbe perfino effetti antidepressivi.

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