Crescono, in Emilia-Romagna, gli studenti con disturbi specifici dell’apprendimento (Dsa). L’ufficio scolastico regionale ha infatti diffuso i dati sugli alunni dislessici, disortografici, disgrafici e discalculici. Come riporta Il Corriere della Sera, le segnalazionida scuole statali e paritarie sono state 25.135 nel 2016-2017.
Numeri che superano i sei punti percentuali nelle province di Modena e di Rimini, con indici ben al di sopra del 2,5%-3,5% indicato dall’Istituto superiore di sanità come proprio della popolazione italiana in eta’ evolutiva.
Stefano Versari, direttore dell’Ufficio scolastico regionale, ha detto che mettendo a confronto i dati a partire dall’anno scolastico 2012-2013, le segnalazioni salgono del 37,8% nell’ultimo biennio e del 139% nei quattro anni. E nella scuola secondaria di secondo grado, l’aumento è del 241%.
Un “panorama complesso”, lo ha definito Versari, che comporta una vera e propria sfida per la scuola, che “deve necessariamente andare nella direzione della personalizzazione non solo di ciò che questi alunni sanno o non sanno fare, ma anche e soprattutto di metodologie innovative che possano rispondere alle esigenze di gruppi classe con bisogni via via sempre più diversificati. Va superata l’ottica deficitaria del non può fare-non sa fare, tramutandola nell’ottica multimensionale del funzionamento della persona, cercando le potenzialità e le possibilità, evitando che le difficoltà con gli alfabeti ne blocchino lo sviluppo. Perché è su queste potenzialità personali che ciascuno potrà saldamente fondare la propria vita futura, non sulle difficoltà, che pure vanno conosciute, accettate e combattute per quanto possibile”.
Parole ancora necessarie, probabilmente, nonostante la legge del 2010.
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