Adozione speciale, la battaglia di Francesca passa per Ravenna

Francesca Fornario

Quando Andrea Maestri, avvocato e parlamentare ravennate, ha sentito la sua storia, non ci ha pensato due volte: ha deciso di prendere gratuitamente l’incarico per seguire il suo ricorso. Francesca Fornario, conduttrice radiofonica e scrittrice, nel dicembre del 2015 ha iniziato ad ospitare in “accoglienza temporanea” un bambino ucraino che ora ha dieci anni e mezzo: “Tutto è successo per caso a una cena su proposta dello scrittore Tito Faraci, che ha due figli biologici e uno in affido e mi ha parlato di un ragazzino che sarebbe dovuto arrivare a Roma da lì a poco ma che era rimasto senza famiglia. Non avevo mai valutato questo tipo di scelta ma ho iniziato a pensarci, all’inizio come semplice gesto d’accoglienza, non di più. Invece è successo tutt’altro: da quando Denis è arrivato a casa mia, il legame che si è instaurato tra noi è stato esattamente quello che si crea tra una mamma e il suo bambino”.

Solo quando Denis è ripartito per la prima volta per l’Ucraina Francesca, che prima era stata travolta dai nuovi impegni, ha iniziato a pensare a se stessa e alle proprie sensazioni: “Vedendolo in lacrime, incapace di consolarlo, e poi ritrovandomi sola e vivendo la distanza, l’impotenza e l’ingiustizia, ho capito che per me era diventato un figlio. Che aveva adottato me come mamma”.

Di distacchi dolorosi, Francesca e Denis, ne hanno poi vissuti altri: “Mio figlio sta con me quattro mesi all’anno. Mercoledì, per esempio, tornerà nell’istituto dove vive in Ucraina. Io, come ho già fatto altre volte, partirei subito per seguirlo. Ma questa volta non lo farò per non fare sentire diversi gli altri bambini, che potrebbero chiedersi perché Denis sì e loro no. Non tutti i genitori affidatari hanno le possibilità economiche e organizzative per seguire i bambini nei Paesi d’origine”.

A giorni Francesca presenterà il ricorso per ottenere l’adozione speciale di Denis: “L’adozione internazionale tradizionale mi è preclusa, dato che sono single e la legge italiana la consente solo alle coppie sposate. Pertanto ho intrapreso una battaglia il cui esito dipenderà, di fatto, dalla discrezionalità del Tribunale. Sarà da dimostrare – attraverso lettere, foto, testimonianze – che il legame tra Denis è di tipo genitoriale e consolidato nel tempo. Un’altra mamma romana presenterà ricorso per lo stesso motivo”.

I tempi sono un grande punto interrogativo: “Non so nemmeno quando il Tribunale prenderà in considerazione il fascicolo. Non solo: anche se dovessero ritenermi idonea, siccome l’Ucraina non ha ratificato la convenzione dell’Aja per le adozioni internazionali, dovrò affrontare un nuovo capitolo”. Nel frattempo, Denis è perfettamente al corrente di quello che Francesca sta facendo: “La nostra è una storia felice e senza difficoltà. Di situazioni come la mia ne ho conosciute molte. E tutti i casi che ho visto funzionare, in qualche modo, si somigliano”. 

Sulla “genitorialità impossibile” Francesca Fornario ha scritto il libro “La banda della culla” di cui avevamo parlato qui

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