Vaccini: il bando contestato? Meglio rifarlo

E’ tutto regolare dice l’assessore regionale alla Sanità Sergio Venturi a proposito del bando da 9216 euro che ha assegnato la campagna di comunicazione sui vaccini ad una mamma di Cesena, Alice Pignatti. Tutto regolare aver chiesto tra i requisiti una laurea al Dams. Tutto regolare aver specificato anche l’indirizzo artistico. Tutto regolare aver escluso fin dall’inizio (solo per citare qualche categoria) laureati in scienze della comunicazione, social media manager, laureati in medicina, divulgatori scientifici, giornalisti professionisti e pubblicisti. Tutto regolare aver previsto per la graduatoria finale 20 punti per i titoli di studio e 80 per il colloquio con una discrezionalità amplissima. Tutto regolare che alla fine si sia presentato un solo candidato: Alice Pignatti.

Bene, siamo confortati: a meno che prima o poi non parta una qualche azione amministrativa (o di altro tipo) e che si arrivi a delle sanzioni, anche noi sosteniamo che è tutto regolare. Anzi, di più: è tutto normale. L’atto che ha incoronato la mamma laureata al Dams (indirizzo Arte) rientra nella normalità dei bandi pubblici. Giusto per rimanere alla Romagna, nelle ultime settimane a Ravenna la lista civica Cambierà ha azzeccato in anticipo (con tanto di busta chiusa come a Rischiatutto) i nomi dei vincitori di due concorsi del Comune, uno per la gestione della comunicazione sul turismo e l’altro per un posto nella polizia municipale. E poco conta, evidentemente, che nel primo caso i titolari dell’agenzia in campagna elettorale siano stati fotografati assieme al futuro sindaco, così come la Pignatti nei mesi scorsi si sia fatta ritrarre con l’ex premier Matteo Renzi. Tutto normale ma chissà se è anche opportuno.

Il bando dell’Ausl

Nel difendere il provvedimento, l’assessore spiega: “Volevamo comunicazioni innovative e creative”. La creatività e l’esperienza in comunicazione della mamma romagnola, promotrice di una raccolta firme sui vaccini, possono essere verificate ad esempio su Twitter, uno dei social media più innovativi, giusto per usare un termine caro a Venturi: in sei anni (dal momento dell’iscrizione) la signora ha ‘cinguettato’ tre volte raccogliendo 37 follower, 12 in più dei celeberrimi lettori manzoniani. Se ne deduce che i suoi elaborati prima o poi saranno adottati come libri di testo nelle scuole al posto dei Promessi sposi, con l’Emilia-Romagna a fare da capofila. Tutto normale ma chissà se è anche opportuno.

E sia detto senza ironia. Se il ministero retto da Valeria Fedeli, assistente sociale (senza offesa per la professione, ovviamente) senza laurea, in occasione della maturità si permette di scrivere strafalcioni come “traccie” sul proprio sito e fare fantasiosamente incontrare Napoleone e Vittorio Emanuele III (un secolo di differenza fra i due), cosa vuoi che sia rottamare quella cariatide di Manzoni in favore di qualcosa di più “creativo e innovativo”? Normale, no?

Così come è normale, sempre per restare alla Romagna, che lo Stato finanzi Sette Sere-Qui, il giornalino del figlio del ministro del lavoro Giuliano Poletti. Mentre il padre fa battute di dubbio gusto sui giovani costretti ad emigrare per sbarcare il lunario, la cooperativa del rampollo Manuel, comodamente seduto nei suoi uffici di Ravenna e Faenza, incassa fondi pubblici: mezzo milione di euro solo negli ultimi tre anni per una pubblicazione che vende una manciata di copie (cinquemila secondo i dati ufficiali) e che non fa neanche comunicazione troppo “innovativa e creativa”, organica come è al potere egemone e sulla quale in passato sono apparsi poco originali copia-incolla di un editoriale di Repubblica. Anche qui son soldi nostri ma è tutto legale e normale ma chissà se è anche opportuno.

Resta un dubbio. Che la Pignatti sia stata ‘bruciata’. A proposito di un argomento delicato come quello dei vaccini (che qui non è in questione), è corretto da parte delle autorità continuare a puntare su un soggetto che a poche ore dalla notizia del bando ha già fatto indignare gli utenti on line (e non solo quelli)? Le numerosissime critiche ricevute per il provvedimento hanno creato diffidenza fra i genitori e la campagna di comunicazione è cominciata malissimo: invece di unire ha diviso. Chi cerca informazioni e chiarimenti sui vaccini (la cui efficacia, ripetiamo, non è toccata da questa vicenda) può fidarsi? E se ci facessimo mettere la faccia e le competenze a qualcun altro, magari con un bando un po’ meno restrittivo? E, lo diciamo con sincera preoccupazione e profonda comprensione umana, la Pignatti, mamma cesenate catapultata improvvisamente sulla ribalta nazionale, avrà le spalle così larghe per sopportare le critiche, i veleni e le dicerie che già si sono accumulate e che inevitabilmente si moltiplicheranno? Reggerà allo stress? La cosa migliore probabilmente è che la burocrazia faccia, per una volta, un passo “creativo e innovativo”: annullare il bando e ricominciare daccapo. Sarebbe opportuno ma, forse, poco normale.

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