ScrittuRa festival prosegue domani alle 18.30 a Palazzo Rasponi a Ravenna (piazza Kennedy) con Giulia Gianni e le tragicomiche avventure di una famiglia arcobaleno.
“Stiamo tutti bene” è il titolo del primo libro della ravennate Giulia Gianni (che abbiamo intervistato qui). Serena Dandini nella postfazione scrive che “finché ci saranno ‘signorine’ come lei cariche di ironia e di talento” possiamo “ben sperare nel futuro di questo paese malandato”. Il libro di Giulia, che è poi una divertente e scanzonata autobiografia, nasce da un fortunato blog aperto dall’autrice nel giugno del 2014, dove nell’arco di due anni ha raccontato a puntate le picaresche avventure di una coppia di donne (Giulia, appunto, e “la bionda”) alle prese con l’importante decisione di diventare madri. Tra gioie e disavventure, amiche single incallite e genitori da preparare al lieto evento, bionde centraliniste nordiche e cliniche della fecondità, il racconto divertente e divertito di Giulia, grazie al tamtam del web, ha raggiunto in breve migliaia di persone che si sono appassionate a questa storia d’amore e di maternità. A un certo punto, se n’è accorto anche Ivan Cotroneo, che ne ha acquistato i diritti per il cinema e la tv, e si è fatta avanti Elisabetta Sgarbi, che ha proposto all’autrice di trasformare quel diario virtuale in un libro capace di raccontare i nostri giorni, l’Italia e cosa significhi avere un bambino se si è omosessuali.
Giulia e la bionda sono pronte. Ma il mondo è pronto per loro? E il loro futuro bambino, che le aspetta su un isolotto magico al largo del quale Giulia passa ogni tanto per dirgli “Aspettaci! Stiamo arrivando!” riuscirà a traslocare dal mondo dell’immaginazione a quello della realtà? Questa è la storia, vera, di una amore, di una maternità e di una famiglia. Non è vero che tutte le famiglie felici sono uguali. A guardare bene ci sono diversi modi di essere felici, diversi modi di essere famiglia, diversi modi di essere genitori. È vero, però, che questi diversi modi sono molto, molto vicini gli uni agli altri. Perché tutte le famiglie, e sono tante, sono alla fine uguali. E vanno chiamate famiglie.
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