Qualche mal di pancia, parecchi pianti all’apparenza senza motivo. Monica, una mamma di Bagnacavallo, non ci ha messo molto a capire il perché del disagio che sua figlia, nove anni e mezzo, viveva per quel 25% in più di massa corporea. La bambina è da poco uscita dal percorso che l’Ausl di Ravenna propone ai minori sovrappeso o obesi, abbinando attività fisica e nuove abitudini alimentari (ne avevamo parlato qui).
“Mia figlia di è sentita dire di tutto, da cicciona a brutta palla di pelo. Con la dottoresa Donatella Laghi, che l’ha seguita per quasi un anno, abbiamo però fatto grossi progressi nel modo di mangiare e nel peso, quindi anche rispetto all’autostima. In nove mesi ha messo su solo due chili e mezzo, contro i circa otto che prendeva ogni anno. È anche cresciuta 8 centimetri in altezza e questo l’ha aiutata”.
Per seguire e sostenere la ragazzina, 52 chili per un metro e 52, tutta la famiglia a tavola si è messa in gioco: “Per alcuni anni, in passato, forse abbiamo ecceduto con i carboidrati e i salumi. Mia figlia, poi, fin da quando era piccola ha amato molto mangiare. Per qualche mese l’Ausl le ha dato un contapassi per misurare il movimento e la sua intensità, che però risultavano buoni. Ha sempre fatto sport, nonostante i chili di troppo: per lei muoversi non è mai stato un problema”.
Il risultato più grande, la bambina, l’ha ottenuto sul piano della consapevolezza di se stessa, di cosa significa essere più magra: ““A scuola, in mensa, mangia come gli altri. A casa stiamo regolati ma senza rinunce pesanti. E venti grammi di cioccolato fondente, che è la sua passione, quando va a nuoto le sono comunque concessi”.
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