“La scimmia nuda balla”.
Che soddisfazioni. Dopo la fase Fabio Rovazzi, ormai registrabile come un’epidemia nelle case delle famiglie italiane, anche se su fogli e muri trovo ancora riferimento al “ca*** che me ne frega”, posso dichiarare che siamo ufficialmente passati a Francesco Gabbani.
“Occidentali’s Karma” ha conquistato prima di tutto il quasi treenne:
“Mamma, noi l’abbiamo ascoltata all’asilo”.
“Ah sì?”.
“Sì, l’abbiamo anche ballata”.
Il bello è che lui, sicuramente avanti con il linguaggio ma non così preciso, la sa a memoria.
Ogni test a cui è stato sottoposto dalla mia maniacalità, infatti, è stato superato brillantemente:
“Amore, essere o dover essere. Il dubbio?”
“ALLETICO, mamma”.
“Contemporaneo come l’uomo?”
“Del NEOITCO”.
“Comunque vada panta rei. And singing?”
“In the RRRRRAIN”.
La sorella è appassionata quanto lui ma meno propensa a dirlo al mondo intero. Del resto, sui quaderni di scuola, disegna ancora le famose ‘cornicette’ intervallando fiori e forme con le lettere F.R. o il suo nome e cognome per intero (non me ne vogliano la maestre). Fatto sta che ha imparato il testo alla perfezione dopo mezzora dalla proclamazione della vittoria a Sanremo. Senza tuttavia fare domande sul significato del testo.
Il piccolo, al contrario, oltre a chiedere ripetutamente di fargliela riascoltare a suon di “mamma, perché alla radio non c’è?”, “mamma, la voglio ascoltare, è la mia canzone preferita”, pone quesiti che, boh, mi travolgono.
“Cos’è il Karma?”.
“Cos’è il Nirvana?”.
Risposte facili, dilemmi inutili?
Forse, a dire il vero, è il contrario.
In questo articolo ci sono 0 commenti
Commenta