Sì, si può stare in famiglia anche senza urlare, minacciare, prevaricare, ricattare, maltrattare. Ci si può rivolgere alle proprie mogli e compagne provando a chiedersi cosa provano in quel momento o se dietro la rabbia ci sono sentimenti ed emozioni che non sono state analizzate. Arriva a Castiglione di Ravenna, a partire dal 13 marzo, il primo corso “I sentimenti degli uomini”, che già da quattro anni viene tenuto anche a Ravenna, dove verrà riproposto in maggio. Corso che fa parte del progetto “Io mi sento” di cui è responsabile la psicoterapeuta Giancarla Tisselli di Psicologia Urbana e Creativa. Il corso di terrà nell’ufficio decentrato di Castiglione di via Vittorio Veneto, 21. A tenerlo sarà, oltre a Tisselli, anche Fulvio Zanella. Gli incontri, cinque in tutto, sono in programma alle ore 21.
Dottoressa, la violenza è spesso associata a qualcosa di fisico. E invece?
“Invece la violenza è spesso nelle relazioni di coppia come dimensione del comunicare. E viene agita anche davanti ai bambini, che così si porteranno dietro quella che chiamiamo l’eredità della violenza. Nel corso che proponiamo agli uomini ci fermiamo a pensare che ci sono alternative a quei comportamenti”.
Succede anche alle donne, di porsi in modo aggressivo verso gli uomini?
“Può succedere, certo, anche perché spesso, per contrastare la violenza, si pensa che l’unico modo sia rispondere con violenza. Non a caso abbiamo organizzato corsi rivolti anche alle donne e alle coppie. In questo caso, però, diciamo agli uomini che se offendono, se pretendono, è perché si fermano all’aspetto superificiale della rabbia, quello che cela l’emotività”.
Siamo a corto di empatia?
“Sì. Il progetto si intitola ‘Io mi sento’ proprio perché parte dalla consapevolezza di come stiamo, di cosa proviamo. Solo questo può fare interrompere il ciclo della violenza. Dimentichiamo che dietro la rabbia c’è spesso la paura dell’abbandono, il timore di essere svalutati, la mancanza di autostima, l’ansia, il bisogno di tenerezza. Ma la rabbia è solo la bocca dell’imbuto, come dicono i norvegesi. E se non andiamo oltre, difficilmente potremmo comprendere come stiamo per poi essere capiti dall’altro o dall’altra. Sono le basi dell’intelligenza emotiva e della comunicazione empatica, che in questo corso affronteremo”.
Nelle passate edizioni avete avuto riscontro?
“Abbiamo avuto dai 12 ai 18 uomini. A ogni incontro abbiamo analizzato un sentimento. Vorremmo, però, che ci fosse più partecipazione”.
Iscrizioni: eddaplazzi@hotmail.com
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