L’ultimo obiettore se ne va: aborti impossibili all’ospedale

abortoL’ultimo medico non obiettore se ne è andato qualche giorno fa per un altro incarico. Da allora le interruzioni di gravidanza volontarie non possono essere effettuate all’ospedale di Foligno, una struttura che ha un bacino di utenza di centomila persone.

La Cgil locale, che ha denunciato il disservizio, parla di una situazione che “va contro le leggi dello Stato” e, come rendono noto i media locali, punta il dito contro la Usl Umbria 2: “Il fatto è ancora più grave visto che le dimissioni del medico in questione erano previste da tempo e, quindi, la direzione generale della Usl Umbria 2 avrebbe dovuto bandire un concorso per ginecologi non obiettori o ricercare professionisti che abbiano questa caratteristica”, ha reso noto il sindacato il quale auspica una soluzione già trovata dalla Regione Lazio che ha emesso un bando di concorso rivolto a medici tassativamente non obiettori di coscienza.

Messa alle strette, l’Usl ha provato a difendersi: “In seguito alla non prevista dimissione dal servizio di uno dei due medici non obiettori e a fronte della concomitante assenza per malattia dell’altro – ha spiegato il direttore generale in una nota – nel mese di gennaio è stato necessario garantire le prestazioni utilizzando le altre strutture ospedaliere dell’UslUmbria 2 (Ospedale di Spoleto e di Narni-Amelia). Già da questo mese però sono state individuate risorse in grado di assicurare e dare continuità al servizio nel Presidio ospedaliero di Foligno, evitando quindi ogni disagio per l’utenza”.

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