Interruzioni di gravidanza considerate alla stregua dei metodi contraccettivi. Non succede più, o almeno non come in passato. A dirlo è Ivonne Zoffoli, direttrice dei Consultori della provincia di Ravenna, che davanti ai dati sul calo regionale delle Ivg, è convinta che il lavoro di prevenzione più urgente da fare debba riguardare le donne provenienti dall’Est Europa: “Mentre le nord-africane si rivolgono a noi sempre meno spesso per abortire, quelle dell’Est lo fanno in maniera più stabile”.
In generale, comunque, non è vero che le residenti con cittadinanza straniera siano la quota più consistente tra chi si sottopone a Ivg. In Regione, l’anno scorso, sono stati registrati 3.037 casi contro i 3.907 delle residenti italiane. In Ausl Romagna, idem: a fronte delle 599 straniere che hanno abortito, ne sono state contate 883 italiane. Gli aborti volontari, insomma, calano in tutte le fasce di popolazione.
Merito, secondo Zoffoli, “dei tanti progetti di sensibilizzazione e informazione che, grazie ai fondi regionali, anche noi stiamo portando avanti”. Uno di questi si chiama “Gioca d’anticipo”: “Ci rivolgiamo alle donne che richiedono l’interruzione, spiegando loro i metodi contraccettivi, compresi quelli di ultima generazione, sperando di evitare ‘una seconda volta’. Cerchiamo comunque di rispettare la storia e le scelte di ognuna di loro: le ragioni che spingono una donna a non portare avanti la gravidanza possono essere molte: economiche, lavorative, sociali. Se non fosse così, non continueremmo a vedere anche molte italiane nelle statistiche”.
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