Sembra incredibile ma accade tutto in una notte. Accade tutto nella notte tra il trenta novembre e il primo dicembre.
I sanguinari, i semplici distratti, gli orgogliosamente cinici, i nostalgici, i fermamente atei e gli irriducibili “pasionari” si svegliano il primo di dicembre e sono persone nuove.
Tu, naturalmente, non te ne rendi conto e quindi normalmente esci di casa e normalmente incroci il commercialista.
Però non ha il solito Borsalino. Sfoggia una berretta rossa con bordini pelosi bianchi che pure Babbo natale si vergognerebbe.
Lo saluti, per educazione, e lui risponde con un Oh-Oh a cui fa seguire una scampanellata gioiosa.
Provi a spiegare il suo buon umore con una notte particolarmente appagante e tiri avanti.
Entri nel bar e risuona il vecchio gingle della Coca cola.
Vorrei cantare insieme a voi, in magica armonia, canticchia il barista.
Ti sorride e ti offre un cremino.
Lo prendi con circospezione e bevi il caffè.
Sali le scale dell’ufficio. Il collega, quello antipatico, ti supera in sella ad un alce spargendo foglie di trifoglio ovunque.
Entri in sala riunioni e in mezzo al tavolo, sopra il proiettore, ci sono sei tipi di panettoni.
Quello con uvetta e canditi. Quello con uvetta e senza canditi. Quello senza uvetta e senza canditi ma con le gocce di cioccolata. Quello senza olio di palma, senza glutine, senza zuccheri aggiunti, senza sapore. Quello dell’anno prima. E il mitico Tartufone motta.
C’est bon, il tartufòn ti dice il capo.
Naturalmente gli dai ragione, per evitare guai, anche se non stai capendo.
E continui a non capire, finchè non arrivi a casa.
Michael Bublé a palla e la nana ti viene incontro con un calendario con tante finestrelle colorate (da-da-da-da avrebbe detto Dalla).
Oggi ho mangiato il primo cioccolatino, ti dice.
Ecco, vedi di non finirli tutti oggi.
Papà non capisci niente e rimani immobile come una statuina del presepe.
In quel momento realizzi che anche tu, a tuo modo, sei diventato vittima del Natale che incombe.
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