Le pari opportunità e la conciliazione restano un problema enorme in questo Paese. In tutti settori, anche in quello pubblico dove, in teoria, ci dovrebbe essere maggiore tutela. Ed anche in una branca dove il rispetto della legge non dovrebbe essere solo formale ma accompagnato da una certa elasticità. Succede dunque che la mamma lavoratrice in questione sia un’agente della polizia municipale di Prato.
I media locali riportano la denuncia della Fp/Cgil. Si tratta di una donna che vive da sola e che aveva ripetutamente chiesto un’entrata in servizio posticipata per poter accompagnare la figlia di tre anni all’asilo. L’alternativa era la denuncia per abbandono di minore. Il comando però, stando alla denuncia del sindacato, ha avuto un “atteggiamento irresponsabile verso la condizione della maternità” e “dopo una serie di brevi ritardi nell’ingresso al lavoro” la vigilessa ha avuto un richiamo scritto che “seppur di lieve entità è comunque significativo”.
Poi la situazione si è sistemata e la donna ha ottenuto turni compatibili con le sue esigenze dato che “aveva l’oggettiva impossibilità di iniziare il lavoro prima delle ore 8” ma, conclude il sindacato, tutto è successo “con i tempi lunghi di un’amministrazione sorda rispetto i problemi della madre e irrispettosa dei principi normativi di leggi che prevedono la flessibilità oraria per le lavoratrici madri”.
In questo articolo ci sono 0 commenti
Commenta