slot machine, gioco d'azzardo Davanti all’emergenza ludopatia, come possiamo evitare che i bambini scivolino inconsapevolmente verso il gioco d’azzardo? Se lo sono chiesti gli psicologi dell’associazione Psicologia Urbana e Creativa di Ravenna, che nell’ambito del progetto “Di gioco in gioco”, si rivolgono questa volta ai genitori con alcuni incontri formativi gratuiti che si terranno il 7, 21, 28 novembre e il 5 dicembre (bisogna scegliere una sola delle date) dalle 20,30 alle 22,30 alla Parrocchia del Torrione (via Majoli 8). Lo psicologo Gianni Savron non pensa a un pubblico di giocatori “patologici”. Pensa invece alle mamme e ai papà che, anche senza volerlo, magari comprando un Gratta&Vinci in tabaccheria insieme ai figli, possono trasmettere loro “vizi di pensiero” pericolosi.

“Ho in mente – spiega – un genitore che faceva schiacciare al suo bambino il pulsante della slot machine. O una frase detta sempre da un genitore al figlio: ‘Gratta tu che sei più fortunato’. Azioni all’apparenza innocue ma che invece inducono i più piccoli a pensare di poter avere controllo su un gioco dove, al contrario, non ce l’hanno affatto. Identificare in se stessi dinamiche, reazioni e comportamenti nell’ambito del gioco è un primo passo per capire che messaggi passiamo ai nostri figli”.

Savron non demonizza slot e compagnia, vuole solo fare sensibilizzazione rispetto alle conseguenze: “Diciamo solo agli adulti che è necessario essere consapevoli del livello e della modalità ai quali stiamo giocando, perché i bambini osservano e imparano così, visto che non hanno ancora un pensiero critico“.

La mente va anche anche alle ticket redemption. Il Gruppo dello Zuccherificio, qualche mese fa, ne aveva denunciato la presenza al Cinema City: “Sono giochi con condizionamenti pesantissimi, visto che contengonpo una percentuale più o meno elevata di casualità. Sui minori creano aspettative non reali di vincita”.

Resta il fatto che se un genitore gioca, anche se non coinvolge direttamente i figli passa loro alcuni disvalori: “Se un papà torna a casa dicendo che ha vinto 20 euro, il bambino probabilmente non avrà gli strumenti per capire che magari ne sono stati puntati 200. Quel bambino sarà portato a pensare che si è trattato solo di fortuna”.

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